DOPO UNA FUGA SOLITARIA DI 100 KM
Vasco Modena del G.S. Cofler Rovereto vince con netto distacco il Gran Premio Pirelli
Piglio battagliero di una aspra corsa – Pintarelli precede Rizzoli N.2 della gara – Si è fatto notare l’anaune Martini – Il premio di rappresentanza al G.S. Cofler – Alfredo Binda ovunque festosamente accolto.
La definizione della corsa fatta al suo termine da Alfredo Binda – vigile occhio dall’angolo acuto – quella cioè di “percorso molto difficile, differenza di valori atletici molto sensibile” sintetizza nel modo più completo il significato della eliminatoria regionale Tridentina del Gran Premio Pirelli che ha visto schierare alla sua partenza, domenica mattina, poco meno di cinquanta corridori.
In questa definizione di nemmeno 10 parole, il tre volte campione del mondo del ciclismo su strada, che ha seguito dal primo fino all’ultimo i 167 km di questa corsa, ha messo sulla bilancia della valutazione più precisa la difficile battaglia generosamente ingaggiata dai corridori regionali contro le difficoltà di un percorso inusitatamente lungo per due terzi irti di difficoltà, e il valore di un atleta quale Vasco Modena che ha saputo portare ancora una volta la sua rossa maglia di capitano della Cofler roveretana al traguardo di una vittoria nettissima, dopo 100 km di solitaria fuga iniziatasi ad Appiano, quando le asperità della Mendola si fecero avanti ad avvinghiare ruote e muscoli.
Degno vincitore
La gara ha avuto due fasi ben distinte. La prima, sulla sessantina di chilometri da Trento a Bolzano, è stata tutta costellata di continui tentativi di fuga, ad attori continuamente variati e che in taluni casi parevano prendere consistenza, ma che si è conclusa a Bolzano a gruppo compatto. La seconda ha avuto il suo inizio con le prime salite che conducevano ad Appiano, è entrata nella fase critica agli effetti della decisione con l’inerpicarsi lungo i tornanti della Mendola, si è sviluppata lungo il tormentato tracciato della Val di Non, si è conclusa negli ultimi 25 km da asfalto.
Modena, il vincitore, si è reso interprete di un paio di allunghi nella prima fase per assumere con sicurezza il ruolo del dominatore nella seconda. La sua vittoria mi ha dato la sensazione precisa della rispondenza della macchina psico-muscolare del biondo Vasco battutosi con volontà, energia e stile contro avversari e contro il percorso. L’assenza di Parisi — impegnato, come tutti sapete, nella Bassano – Monte Grappa — nulla toglie alla splendida affermazione del campione dei senior disciplinatamente presentatosi alla partenza del G.P. Pirelli. gli applausi decretati gli al suo arrivo vittorioso sono pienamente da lui meritati. Soltanto è stato un peccato, ed il primo a rincrescersene è stato proprio lui, Modena, che non ci fosse anche Parisi perché la presenza di questi avrebbe portato la lotta al superlativo della bellezza agonistica. D’altro canto Parisi non ha potuto esimersi dal partecipare alla corsa vicentina che rappresentava per il ricciuto campione dell’Aurora la decisione essenziale della sua carriera, alla quale il bassanese “Wilier” l’aveva chiamato.
Non c’è che da rammaricarsi delle coincidenti circostanze che non hanno permesso il sicuro riferimento che sarebbe scaturito del diretto confronto tra Modena e Parisi e che hanno impedito a quest’ultimo di dimostrare le sue possibilità al commissario tecnico nazionale della strada, honda, rimettendoci il posto nella finale nazionale di questo gran premio Pirelli in programma a fine stagione, vera città del campionato nazionale dilettanti.
Del resto, motivi di confronto si affacciano nuovamente per i due migliori pedalatori attuali del Trentino. Domenica prossima vi sarà la grandiosa gara del “Trofeo Fiera di Trento”, impegnativa e con l’interesse spinto a mille: il vincitore del G.P. Pirelli e il vincitore della Bassano – Monte Grappa avranno modo di misurarsi nel modo più completo se non decisivo.
Quadro dei migliori
Detto del vincitore, e anche del grande assente, l’elogio più vivo va agli altri a cominciare da Pintarelli e Rizzoli che sono terminati ruota a ruota dopo oltre 5 ore di gara. Pintarelli, secondo classificato, brillante in alcuni episodi della pianura iniziale, è stato alquanto riottoso a sfoderare le sue doti di scalatore, forse timoroso di portare nelle ruote di Modena il veronese Falzoni e Segato che gli erano assieme. Incidenti vari hanno attardato questi due ultimi e allora il giovane Pintarelli, della pedalata armonica e potente, si è scatenato acciuffando a poco più di 20 km dall’arrivo il brillantissimo Rizzoli (che era stato attardato da due forature) e terminando in bellezza la gara nonostante un incidente cruento del quale è stato vittima. Dirò subito per la storia come si è verificato questo incidente. Acciuffato – come ho detto – Rizzoli In fondo alla tortuosa discesa di Brenno, punto rally ha ricevuto in faccia il recipiente di un samaritano che stava buttando acqua ai concorrenti: un taglio alla radice del naso, rivelatosi poi meno grave di quanto sembrasse in sul principio, ha trasformato il bravo roveretano in una maschera di sangue anche per l’epistassi conseguente al colpo. Le pronte cure del dottor Belli, il medico sportivo del CSI che prontamente interveniva in aiuto dell’atleta, hanno mitigato i danni e ridotto le proporzioni dell’incidente, ma credetemi l’atleta in maglia azzurra della Cofler era impressionante, tanto da impressionare il generoso Rizzoli che non si è sentito – ed ha fatto bene, perché lo sport è soprattutto cavalleria – di approfittare delle minorate condizioni del roveretano per fuggirsene, terminando la gara assieme a lui, venendone preceduto sulla fettuccia d’arrivo. Il gesto non è sfuggito all’ispettore regionale del CSI (occorre tener presente che i primi sei classificati appartengono tutti alla organizzazione del Centro Sportivo Italiano) che ha disposto un premio speciale per Rizzoli.
Quest’ultimo, il bruno ragazzo dell’Aurora, è stato la vera rivelazione della gara. Prontissimo negli scatti iniziali, è stato da Appiano in poi il numero due della della corsa, donando tutto ciò che il suo generoso cuore poteva donare. Solo la sfortuna che ha azzannato coi denti gialli la sua ruota l’ha fatto riprendere dal più generoso dei suoi inseguitori dopo settanta chilometri compiuti da solo sulla scia di Modena, trionfatore della giornata. Nella snervante salita della Mendola il blugiallo è balzato con pedalata agilissima al contrattacco dell’alfiere della Cofler passando sul passo a poco più di 2’ da questi, precedendo di oltre 5’ gli immediati inseguitori.Mi è parso soltanto, per lo meno nel tratto di discesa dopo Revò nel quale l’ho seguito metro per metro che avesse una certa esitazione che gli deve aver fatto perdere diverso tempo, sempre tenendo a rispettosa distanza gli avversari più spericolati. Soltanto due forature, una proprio a Cles (decisamente non gli porta fortuna il capoluogo della Val di Non!) e l’altra nella discesa da Denno l’hanno attardato ma credete che il ragazzo di don Gino [Broccardo] ha impressionato per combattività e scioltezza d’azione.
Degli altri, Martini di Taio pur calando alla distanza, ha detto di valere parecchio, specialmente in salita, dove si è fatto notare per lo stile composto e potente della pedalata. Una caduta dovuta al riverbero del sole, gli ha fatto perdere la ruota di Pintarelli che molto probabilmente l’avrebbe portato a ridosso di Rizzoli.
Vedrete anche nelle future gare che Martini possiede molta voce per farsi sentire, specialmente in quelle dove la strada va in su.
Segato, vecchio volpone di tutte le corse ha sfoderato la sua combattività in tutti i punti del percorso dove le sue qualità di anziano campione glielo consentivano. E’ venuto fuori alla distanza, coi suoi occhiali neri e con la sua posizione raccolta, da felino.
Bene il gardonese Ferrari Eugenio e quelli che lui ha battuto in volata: il rivano Chiozzini e lo sfortunato Narciso Demozzi che è stato attardato sul finale da una foratura. Implicitamente benissimo Tait, Ferrari Battista di Bressanone e Salizzoni della Forti e Veloci che lo precedono in classifica.
Una particolare nota di merito al coraggioso un manipolo della Fides di Ora che capeggiato da Molinari ma tartassato dalla sfortuna, si è battuto in questa impresa difficilissima, animato dal incitamento del suo sportivissimo De Gasperi. L’elogio va anche a tutti coloro che hanno terminato la impegnativa gara, dal levicense Vergot a tutti con compreso Caliari, spirito folletto pieno di iniziativa e di spirito battagliero nei primi 60 km della corsa, e compreso Rigotti irrimediabilmente attardato da una foratura proprio nel mezzo di un audace scatto prima di Egna.
Impegno di organizzatori
Considerate il numero dei partenti, 46, e quello degli arrivati, 18, scorrette l’ordine d’arrivo soffermandomi sui distacchi tra concorrente e concorrente ed avrete il quadro di questa ardua gara, l’indicazione più sicura della prova data dai concorrenti.
E quella degli organizzatori. Vorrei svincolarmi dalle solite frasi di elogio, di quelle che si scrivono a solito contentino ed incoraggiamento di chi si affanna per lo sport. Non influisce affatto né mi impressiona il nome di chi ha organizzato. Ma il comitato regionale dell’U.V.I.
Ha disposto le cose nel miglior modo ed esse non potevano riuscire meglio come erano esse sotto la guida dell’appassionato presidente rag. Grillo, amico carissimo, come di tutti gli sportivi. L’aver saputo mettere insieme una gara così riccamente dotata, nella nostra regione, l’aver saputo interessare il patrocinio signorile, completo, sicuro di una grande Casa quale la Pirelli che sposando le benemerenze produttive industriali a quelle dello sport più popolare del pedale ha voluto mettere assieme, in tutte le più importanti regioni d’Italia una così fulgida manifestazione di ricerca e affermazione delle promesse dello sport ciclistico, l’aver potuto far venire a Trento, a Bolzano, alla Mendola, e Mezzolombardo, in tutte le cento e una località toccate dalla corsa, in mezzo ai nostri atleti, il tre volte campione mondiale Alfredo Binda, nonostante gli impegni di liquidazione del “Tour de France” e quelli in divenire del campionato del mondo, sono meriti indiscutibili, solari, per i quali va tutta la riconoscenza nostra di sportivi, degli atleti, dei dirigenti, della folla che col medesimo entusiasmo ha applaudito, dopo aver atteso, Binda e i multicolori concorrenti, in tutti i paesini, le borgate, le città linde, chi frammisto all’odor di resina, come alla Mendola, a Cles, chi annidato fra i fumaioli industriali come Bolzano, ma tutti con la stessa passione, è un titolo di merito e, merito al merito, la riconoscenza va rivolta al massiccio rag. Grillo che ha avuto cuore e polso di condurla a termine, ed ai suoi collaboratori che con lui l’hanno realizzata.
Nel complesso tutti i servizi della giornata hanno funzionato bene, dal rilevamento dei numerosissimi traguardi a premio (ed è stata una fatica improba, credetelo, specialmente fino ad Appiano) al servizio di soccorso fatto col camioncino della Pirelli, al controllo costante sulla gara operato dal direttore di corsa avv. Oscar Mantovani, dal commissario dell’UVI rag. Enzo Zini, dal presidente della Giuria Stefanini coi loro collaboratori Pontalti, Ropelato, Tavernini, Manfioletti ed altri, dal cronometrista internazionale Schmidt capo dei “spaccasecondo” trentini.
Una sola lieve ombra nella luminosa giornata viene gettata dall’errato transito da Bolzano. Per un qui-pro-quo tra il furgone dell’altoparlante che precedeva tutta la gara e il brigadiere motociclista della Polizia della strada che apriva la via ai concorrenti, è avvenuto che nonostante le vistose frecce affisse a tutti gli angoli di strada, i concorrenti, infilata la retta della zona industriale di Bolzano non se ne sono più discostati dirigendosi per la strada più breve su Appiano. Un attimo di esitazione del direttore di corsa che non è intervenuto prontamente anche perché si trovava su di un mezzo non rispondente alle necessità, e la cosa è divenuta irrimediabile privando la folla degli sportivi bolzanini, che attendeva in bell’ordine al traguardo di Bolzano, del passaggio della corsa. Soltanto il ritardatario Albertini e qualcun altro degli staccati dal gruppo sono transitati regolarmente da Bolzano, ma poi si sono ritirati per incidenti vari, evitando così grattacapi alla Giuria. Tolto questo episodio dovuto ad un complesso di circostanze che salvo una maggior previdente precauzione da adottare nell’intricato itinerario bolzanino, esulano dalla buona volontà degli organizzatori, tutto il resto è filato via liscio e preciso tanto da poter mettere la macchina organizzativa del Gran Premio Pirelli tra le cose da ricordarsi con compiacimento.
La presenza di Alfredo Binda ha galvanizzato gli atleti, dirigenti e pubblico. Quanti applausi, quanti evviva lungo tutto il percorso al grande campione che è stata festeggiatissimo dappertutto! E dove si fermava la ricerca dell’autografo, le parole di simpatia e di ammirazione di facevano avanti. Binda che era in compagnia del dott. Bernarsconi, direttore generale della propaganda della “Pirelli”, simpaticissima e signorile figura di sportivo, è stato sensibile alle manifestazioni spontanee che gli sono state tributate.
Una parola a parte per il dott. Castellani, l’attivo e gentile direttore della filiale di Verona dalla patrocinante “Pirelli” che ha più che validamente patrocinato questa selezione regionale tridentina, per dirgli tutto il nostro “grazie”, quello degli sportivi e degli atleti che serberanno un ricordo grato del dono di questa corsa che va iscritta senz’altro sull’albo d’oro degli annali del ciclismo della Venezia Tridentina.
I preliminari di corsa si sono svolti al Ristorante Wolf di via Grazioli e alle 9.21, dall’angolo del palazzo del Tribunale, Binda – al quale i corridori inquadrati hanno tributato un entusiastico applauso a conclusione di brevi parole pronunciate del presidente regionale dell’UVI rag. Grillo – abbassa la bandierina a scacchi dando il via ai 46 concorrenti.
Battagliero inizio
Rapidamente si arriva a Gardolo (folla qui come in tutti i centri attraversati) dove Pison dell’Enal S. Giacomo si attarda un istante alla prese con le rotaie del tram, ma riprenderà subito. In testa scattano Rizzoli, Segato, Modena, ma non insistono e il gruppo li riassorbe prontamente. Opera un allungo Falzoni, poi Mutschelechner, ma tutti sono ruota a ruota salvo Soccin che è già in difficoltà. Il traguardo di Lavis offerto dalla ditta Barbi è vinto da Rigotti con veloce spunto. La media non è molto alta: siamo sui 32 all’ora. Il rettilineo di Pressano – Nave S. felice induce Segato a scattare, prontissimo Modena gli si aggancia anche perché il veronese Falzoni – che è stato accettato fuori gara – è alla ruota dell’alfiere del Velo Sport Mezzocorona. I tre acquistano in breve un certo vantaggio, mentre Tonezzer si deve fermare perché la gomma anteriore non vuole fare giudizio. Rigotti evade dal gruppo, si aggiunge ai tre fuggitivi del momento e a S. Michele, dove giungiamo alle 9.48 (media 35,555) si aggiudica il traguardo precedendo Modena. Falzoni e Segato intanto erano stati riassorbiti dal gruppo che insegue ora a 50 metri, ma ben presto ingoia anche il roveretano e il velocista di Mezzocorona, rintuzzando poi uno spunto operato da Salizzoni.
Continue fughe
La gobba di Cadino invoglia Caliari e scattare; gli si affiancano gli altoatesini Da Come e Bonato. Il gruppo indugia e ben presto i tre acquistano 50, poi 100, poi 200 metri di vantaggio. Rover si ferma per gonfiare un tubolare – ma sarà una foratura che lo induce ad abbandonare dopo un lungo inseguimento – proprio quando Rigotti parte in caccia. Quando è lì lì per raggiungere il terzetto in fuga, il verderosso è appiedato da una malaugurata foratura.
Coi tre sempre davanti giungiamo a Salorno alle 10.05 (la media è scesa a 34,090) dove Bonato si aggiudica il premio di traguardo offerto dal signor Pojer. A laghetti il gruppo comincia a preoccuparsi dei fuggitivi che sono ancora soli dopo 15 km. di fuga, e si allunga sotto le tirate di Segato, Falzoni e Mutschlechner. Chi ne fa le spese è Liotto che rema in cosa, in difficoltà. Una caduta coinvolge Albertini e Pichler, quest’ultimo ha il pedale guasto e dovrà attardarsi a Egna per la riparazione, venendo praticamente tolto dalla lotta. Verso Rgna Da Come e Bonato non sono più in grado di dare manforte a Caliari e così ben presto gli inseguitori han ragione di tre. Sullo slancio del guizzo d’agganciamento, s’involano Ziglio, Segato, Pintarelli e Falzoni, ma il gruppo è ben presto nelle ruote. Si arriva così ad Ora alle 10.28 (media 35,820) dove il traguardo a premio offerto dalla Fides vede la seguente classifica: 1. Falzoni; 2. Rizzoli (a 1 gomma); 3. Pintarelli, indi il grosso. Con 2’ di distacco transitano Rover e Albertini, a 4’ Rigotti e Baldo, a 5’ Liotto. Quast’ultimo si ritira aggiungendosi a Ellecosta, Pichler e Lacchi che hanno pure abbandonato. Bronzolo viene sorpassato all e 10.42 (la media è notevolmente diminuita, 34, 802 orari).
Forse in tutti v’è ora la preoccupazione di dover affrontare la Mendola che sul fianco sinistro si intravvede intagliarsi nel Penegal. Però Caliari non è di questo avviso e spara ancora una cartuccia (sarà l’ultima, poi il taurino ragazzo della Cofler si troverà in difficoltà) e se ne scappa giungendo a S. Giacomo con circa 100 metri di vantaggio su Puf che essendo di queste parti riesce ad emergere dal gruppo da lui preceduto di altri 100 metri circa. Terzo, con alla ruota tutti gli altri, transita Nardin.
L’unghiata di Modena
La sgroppata di Caliari viene rintuzzata e annullata dal gruppo proprio alle porte di Bolzano, ma ha il merito di far risalire la media complessiva fin qui tenuta a 36,363. Bolzano, infatti, è toccata alle 11 precise e qui avviene la diversione di percorso già descritta, per fortuna senza conseguenze di rilievo.
Nella marcia d’avvicinamento alla lunga salita, sore passiamo staccati fra di loro Albertini, Rigotti, Pison, Gheno, Zilio, poi un gruppetto composto da Puf, Carotta, Lisciotto, Prezzi, più in su Caliari, che risente delle bizzarrie iniziali, indi, disseminati, Gerolimon, Bocchio, Giordani, Secchi, Vergot. Più avanti c’è il gruppo che si è ridotto sotto imperiosa pedalata di Modena. Ad Appiano siamo a quota 505 e la maglia rossa di Vasco è nettamente in testa. Resistono a poca distanza Meraner (ma per poco), Falzoni, Segato, Ferrari Battista, Martini, Rizzoli, Salizzoni, Molinari e qualcun altro, tutti controllati da Pintarelli.
Modena sale con l’agilità di un camoscio. Ogni tanto rompe l’armonia della sua pedalata con qualche sgroppata in piedi sui pedali ma a ritmo ristabilito si ricompone in sella scalando energicamente le rampe. passano a fianco, rombanti, motori e motorini della grande gara motociclistica di regolarità dei “Quattro Valichi Alpini” che ci sorpasseranno continuamente fino a Mostizzolo, diretti come sono verso Edolo, senza alcun incidente.
A 10 km dal passo, ci fermiamo a prendere i distacchi: a 1’ 35” da Modena passa agilissimo e scattante Rizzoli, a 2’ e 5” Salizzoni, Segato, Martini, Falzoni, Ferrari, Molinari, Pintarelli, a 2’ 15” Battista, a 3’17” Tait e Mutschlechner, indi nell’ordine, Chiozzini, Demozzi, Eugenio Ferrari, Callegari, Furlan, Da Come, Nardin, Pozza, Vergot, Secchi, Caliari, Rospocher. La selezione è già notevole e i tornanti si susseguono con la disperante visione della strada sempre più in su, sempre più faticosa. le indicazioni di altitudine sui paracarri dicono 1125, 1232, 1310 Finché si arriva ad una liberazione ai m 1363 Del culmine denso di folla e dove un grande striscione Annuncia il rifornimento “Eosan”, abbondante e generoso di bibite e generi di conforto disposti dai vari dirigenti.
alla striscia del traguardo a premio, raggiunta da Modena alle 12:05, i passaggi avvengono nel seguente ordine: 1. Modena ( che ha compiuto la distanza tra Bolzano e il valico, di km 25,400, in ore 1.05” alla media oraria di 23,446, mentre la media generale è andata a 31,207), a 2’20” Rizzoli, a 6’ e 10” Martini (chi è salito ottimo e compostissimo guadagnando posizioni su posizioni), a 8’30” Segato, a 8’40” Pintarelli e Falzoni seguiti a pochi metri de Chiozzini, Tait e Salizzoni, a 10’20” Ferrari battista, indi Demozzi e Mutschlechner, più distaccati e separati tra loro, Ferrari Eugenio, Molinari, Callegari e gli altri.
La strada si precipita in discesa invitante. Troviamo i paesini e le borgate della Val di Non densi di folla ordinata da un servizio d’ordine e di segnalazione veramente esemplare. al bivio di Sarnonico cade Callegari, mentre poco più oltre è Secchi dell’Aurora che si deve fermare per noie al cambio. La gara, benché si sia appena a metà di essa, appare ormai decisa. Modena non si farà più agguantare, mentre dietro di lui si sviluppa la lotta per le piazze d’onore.
Lotta degli inseguitori
La strada in cui asfaltata si fa ora a polverosa e in taluni tratti inghiaiata, ciò che consiglia Rizzoli alla discesa in estrema prudenza, mentre alle sue spalle Martini, pure lui cauto, viene incalzato dal costituitosi terzetto Segato, Falzoni e Pintarelli che viene a rompicollo. A Cles, dopo la salita di Mostizzolo, Rizzoli è appiedato da una foratura ma ripara prontamente senza farsi prendere dagli inseguitori, che invece acciuffano Martini. La discesa di Denno è fatale alle gomme di Falzoni e di Segato, mentre Martini, abbagliato dal sole, cade. Pintarelli si trova così in breve volgere di tempo solo all’inseguimento di Rizzoli e, favorito anche da una seconda foratura del generoso ragazzo dell’Aurora, lo agguanta al ponte inferiore della Rocchetta. Al Passo della Rocchetta un tifoso che vuole annacquare i due non si controlla e fa sbattere il recipiente in piena faccia al lungo Pintarelli facendolo abbondantemente sanguinare. A Mezzolombardo, dove una grande folla s’è adunata lungo tutto il passaggio, il premio di traguardo offerto dagli sportivi capeggiati da Zanon viene vinto da Modena che transita alle 13:56. A 9’50” sopraggiunge Pintarelli con le ruote Rizzoli, a 12’ Martini, a 14’ Segato, a 15’ Tait che sta venendo fuori alla distanza. Falzoni ha forato una seconda volta, è una terza foratura lo appiederà definitivamente senza scorta.
Gli ultimi 20 km vedono Segato raggiungere Martini, mentre Modena in sorprendenti condizioni di freschezza aumenta ancora il suo vantaggio sulla coppia Rizzoli e Pintarelli il quale ultimo ha il viso fasciato con una medicazione di fortuna.
L’arrivo vittorioso di Modena e quello di tutti gli altri concorrenti, viene salutato dai vivissimi applausi della numerosa folla adunatasi in corso Rosmini, a coronamento di questa bellissima giornata dello sport trentino.
ALDO CERI
L’ordine di arrivo: 1. MODENA VASCO del gruppo sportivo Cofler di Rovereto che compie il percorso Trento, Bolzano, Mendola, Fondo, Mostizzolo, Cles, Denno, Mezzolombardo, Trento, di km 167,100 in ore 5. 10’31” alla media di Km 32.289; 2. Pintarelli Giuseppe, Cofler Rovereto a 10’59”; 3. Rizzoli Mario, U.S. Aurora di Trento, a ruota; 4. Segato Tranquillo, Velo Sport Mezzocorona, a 15’4”; 5. Martini Flavio, U.S. Taio a 15’17”; 6. Tait Faustino, U.S: Aurora, a 21’43”; 7. Ferrari Battista, C.C. Bressanone a 26’53”; 6. Salizzoni Vittorio, Forti e Veloci Trento, a 28’38”; 9. Ferrari Eugenio, C. C. Cinelli Gardolo, a 29’20”; 10. Chiozzini Gainfranco, S.S. Benacenze, a ruota; 11. Demozzi Narciso, Veloce Club Trentino, a ruota; 12. Mutschlechner Leo, C.C. Bressanone, a 31’43”; seguono 13. Vergot Mario, Velo Club Levico; 14. Pozza Mario, Dopolavoro Ferrovieri Trento; 15. Molinari Giuseppe, U.S. Fides, Ora; 16. Da Come Osvaldo, Altoatesina, Bolzano; 17. Caliari Claudio G.S: Cofler Rovereto; 18. Nardin Sereno, U:S: Bartali Lana.
Classifica junior: 1. Pintarelli Giuseppe; 2. Rizzoli Mario; 3. Martini Flavio.
Il premio di rappresentanza, consistente nella grande targa “Pirelli” è stato vinto dal Gruppo Sportivo Cofler di Rovereto per merito di Modena e Pintarelli.
Il Popolo Trentino
martedì 8 agosto 1950