1955 05 08 Coppa Francesco Bologna / Tutti precettati

Avviata nel 1929 con il sostegno finanziario dal commendator Francesco Bologna di Dolciano, proprietario terriero nella zona di Chiusi, nel senese, la Coppa Bologna era ormai diventata una classica per dilettanti. Bartali ne aveva vinta una edizione, precisamente nel 1934, e quindi tutti i concorrenti, e i toscani in particolare, si davano lotta per guadagnare un posto nell’albo d’oro della manifestazione. Arrivare nei primi dieci significava aver fatto una bella prestazione, e finire in prima pagina. Piazzarsi sesto, come ha fatto Vasco, ancor meglio! In questa 16esima edizione Vasco è anche anche uno dei protagonisti che contribuiscono a movimentare la gara a cui partecipano tutti i dilettanti toscani, iscritti di precetto. Partenza da Chianciano Terme – da dove invia l’immancabile cartolina – e arrivo a Montallese, per un totale di 193 chilometri di un percorso con continui saliscendi e con tratti sterrati, che Vasco macina a 34,906 km all’ora.

Il forte vincitore, Sante Ranucci, classe 1933, nell’agosto di questo stesso anno, si aggiudicherà a Frascati il titolo di campione mondiale dilettanti, per passare poi tra le fila dei professionisti l’anno successivo.

La prima prova per la maglia bianco rossa

Ranucci spettacoloso in salita stacca tutti alla coppa “Bologna”

Confronto completo fra i migliori dilettanti toscani – Selezione di forza e progressiva – Il corridore dell’AlfA Cure ha vinto tre corse per distacco in cinque giorni – Una magnifica gara

i primi dieci della classica Coppa Bologna 1955. Vasco è al sesto posto.

(Dal nostro inviato) Montallese, 9 maggio.

Sante Ranucci dell’Alfa Cure di Firenze ha riportato un’altra clamorosa vittoria per distacco, la terza in appena cinque giorni, essendo arrivato solo anche mercoledì a Viterbo e venerdì a Tarquinia. Questa anziana corsa (XVI Coppa Bologna) era valida quale prima prova del campionato toscano dilettanti e conforme alle nove disposizioni tutti i corridori erano stati iscritti d’ufficio, cosicché la partecipazione dei migliori è stata totalitaria; come ancora non era avvenuto in questa stagione. Altra novità, l’istituzione della “maglia verde” per il primo in classifica.
Sante Ranucci ha vinto di forza, meritatamente perché è apparso il più forte, il più pronto in ogni sviluppo e infine dopo avere sottoposto tutti, inesorabilmente, ad un lavoro di demolizione, lui, freschissimo, si è scatenato su una ripida e lunga strada secondaria dando una impronta personale a tutta la corsa. Il finale di Ranucci è stato spettacoloso. Ogni chilometro di strada valeva per lui per consolidare quella posizione di privilegio che si era creato con i suoi poderosi mezzi fisici. Tre vittorie per distacco in cinque giorni valgono per dare esito positivo al migliore collaudo.
Sante Ranucci è entrato in questa forma auspicata, questo però non deve valere per invogliare il corridore a sottoporsi a sforzi continui. Ricordino Ranucci e i suoi dirigenti che tutte le cose e particolarmente la persona hanno necessità di riposo e di recupero.
Sante Ranucci si è scatenato, come ancora quest’anno non avevamo avuto occasione di notare, con un’autorità e una sicurezza eccezionale.
Al secondo posto nell’ordine d’arrivo, troviamo l’aretino Alberti, il quale, correndo per una società dell’Umbria, non sarà incluso nella classifica del campionato.
Settantacinque i partenti. Sul bellissimo vialone che ci porta a Chianciano scatta come una freccia, in avanti, Romano Rossi della Pratese che passa davanti alle Terme con 22″ di vantaggio. La fuga è subito annullata da un’azione comune di Bui, Ranucci, Mannelli e Tosi.
La lotta divampa in pieno e senza interruzione sulla stradale a saliscendi che ci conduce a Montepulciano, Poggio Colombi e Torrita. In questo tratto forano Volpi, Taddei, Valdambrini, Bernardini, Franco Bertini, mentre il maremmano Gigli, fa un pauroso ruzzolone, rimane ferito ed è trasportato al più vicino ospedale. In avanguardia rimane solo, per un breve tempo, Modena, poi il corridore di Coiano è ripreso. Ancora azioni nervose e al comando si forma una pattuglia composta da Gelichi, Ranucci, Mannelli e Innocenti.
Molti i passaggi a livello, tutti aperti e pure frequenti i tratti di strada sterrata. I quattro fuggitivi si alternano intelligentemente nel condurre e il loro vantaggio per un tratto di percorso di una quarantina di chilometri oscilla fra i 20″ e i 35″ su un gruppo di sedici unità e fra questi notiamo: Conticelli, Bui, Carmagnini, Bani, Furloni, Biasci, Veggetti, Torrini, Taddeucci, Modena.
Superata una gibbosità, dal gruppo inseguitore, si fanno avanti Conticelli e Modena che azzardano tutto, in una breve discesa a pericolosi tornanti si portano quasi a ridosso dei quattro in fuga. Per alcuni chilometri la distanza rimane di circa 200 metri, infine Conticelli e Modena si congiungono a Ranucci, Innocenti, Mannelli e Gelichi.

Ad Arbia la pattuglia di punta passa a cinque uomini in quanto Conticelli è costretto a fermarsi per cambiare il tubolare posteriore afflosciatosi. La carovana è divisa in diversi tronconi.
Quando comincia la rampa di Siena sei corridori, guidati da Bani, raggiungono i fuggitivi. Al rifornimento, Bani è il primo ad accaparrarsi il sacchetto seguito da Ranucci, Gelichi, Mannelli, Innocenti, Albertini, Modena, Giulianini e gli altri tre.
Siamo a metà del percorso. Si ritorna per lo stesso stradale. A Colonna del Grillo, gli undici corridori di testa hanno 1’15” su un gruppo di venti uomini, fra i quali particolarmente attivi nel condurre l’inseguimento, appaiono Bui, Conticelli (che si è ricongiunto a questi) Velucchi, Guazzini.
Conticelli fora di nuovo. Nel frattempo si verificano numerosi frazionamenti. Su un colle, ecco sfrecciare avanti Gelichi, Bani; Ranucci, Alberti, Modena e Del Bello. Gli altri perdono gradatamente e sempre più sensibilmente il contatto.
A Rapolano i fuggitivi hanno 1’40” di vantaggio su Mannelli, Innocenti, Bui, Giulianini e Biasci. Sono questi i più tenaci inseguitori.
A Torrita di Siena dove transitiamo alle 16,30, comincia la fase che deciderà la corsa. Una rampa, all’uscita della località, dà l’estro a Ranucci di scattare e Modena e Del Bello perdono subito contatto, mentre Bani si incolla alla ruota dell’alfiere dell’Alfa Cure. Pure Alberti e Gelichi rispondono con sicurezza. La pendenza della strada si affievolisce e anche Ranucci si calma, per poco, però, perché la strada vecchio tipo, sterrata, torna a mordere. Qui Ranucci tenta la sua carta, osserva negli occhi ad uno ad uno i tre compagni quindi con uno scatto si assicura dieci macchine di vantaggio, Gelichi cede di colpo, poi è Bani a perdere di vista lo scatenato giallo-verde e infine anche Alberti, l’arrampicatore dell’Umbria, è costretto ad arrendersi. Sante Ranucci, per il rimanente tratto della salita e nella seguente discesa, non dà l’impressione di essere un corridore, ma una freccia
A Montepulciano, Ranucci ha già 1’40” su Alberti e due minuti su Bani. Pure questi dilettanti marciano speditamente, ma altri stanno recuperando, particolarmente Lelli.
A Chianciano, Ranucci applauditissimo transita con 3’12” su Alberti e con 4’30” su Lelli, Bani, Tosi, Furloni, Cartacci. Poco dopo Ranucci entra vittoriosamente sulla pista in terra battuta di Montallese. Secondo è Alberti a 4’43”.
Presenti i dirigenti del comitato regionale: Delli, Berlincioni, Arrighi, Corsini.
Perfetta l’organizzazione.Attivissimo il fiduciario di Siena, Santini.

MARIO LIVERANI

L’ordine d’arrivo

1.° SANTE RAUCCI (Alfa Cure) che percorre i km. 193 della coppa Bologna, in 5,24′, alla media di km. 35,740;
2.° Alberti Arnaldo (Nardi Selci Lama) a 4’43”;
3.° Furloni Quinto (San Vincenzo), a 7’45”;
4.° Tosi Enzo (Ponsacco);
5.° Gelichi Sergio (Ghezzano);
6.° Modena Vasco (Coiano);
7.° Lelli Osvaldo (Pedale Senese);
8.° Bari Romano (Juventus Lari);
9.° Bocconi Damasco (Quarrata), a 8′;
10.° Mannari Marcello (Castiglioncello);
11.° Bertini Elio; 12.° Biasci; 13.° Gineprini, a 11’20”; 14.° Bui, a 11’25”; 15.° Giommoni; 16.° Del Bello; 17.° Taddeucci; 18.° Colombi.