Una lettera-cartolina dal formato davvero originale, una sorta di pieghevole illustrato dell’Hotel Chateau Bellevue a Sierre, presso Sion, in Svizzera, scritta ed inviata però da Varese la sera seguente. Anche il contenuto è interessate, leggiamolo.
Varese 3-6-57
Cara Luisa,
due righe alla svelta per dirti che ti ricordo sempre. Ho appena finito di leggere la tua gentile letterina. Grazie infinite per la stima che hai di me quale combattente e coraggioso ciclista, ma tutta la Volontà ha un limite.
Se ieri ti avessi scritto da Sion ti avrei detto che la fatica provata in quella tappa è cosa impossibile, oggi invece ti dico che correre nelle condizioni in cui si è corso è addirittura inumano. Però con questo non voglio dire di essere “finito”. 200 Km. con l’acqua, al Sempione tormenta e neve ai lati della strada, a 2000 mt. di altezza, la discesa, il fango! Francamente se avessi seguito la corsa non avrei giocato niente a mio favore. Invece, non solo son passato attraverso a quest’inferno ma ho atteso il mio compagno Mori che era caduto in discesa ed in seguito aveva forato. In complesso sono soddisfatto perché senza il Mori sarei arrivato sicuramente coi primi. Nel contempo sono anche disgustato per cose che ti dirò a suo tempo.
Saluti a tutti quelli che mi ricordano e a casa. Una sola riga, per dirti che ti amo tanto e che quando avrai letto questa probabilmente ti bacerò. Per ora baci in carta. Vasco
Ma cosa saranno state quelle “cose” tali da disgustare Vasco? Ha preferito non scriverle. Possiamo fare le ipotesi più disparate, ma la più probabile è l’aver assistito a qualche scorrettezza sportiva. Una di quelle per cui ci si chiede se i dilettanti con cui correva fino ad un paio di anni prima non si chiamassero “i puri” per caso… Nella lettera si sofferma invece a raccontare la fatica dei momenti duri del Giro. La tappa del giorno precedente, la Saint-Vincent – Sion di 134 Km, con in mezzo il passo del Gran San Bernardo, strada tutta buche, sassi, polvere e fango, tra muri di neve, con minaccia di slavine, a 2400 metri di altitudine il vento freddo non manca. Non ce la faceva proprio alla sera a mettersi seduto e scrivere a Luisa. Prende però la cartolina-depliant, ci sarà un attimo per scrivere il giorno successivo, dopo la tappa Sion – Varese di 229 Km con la scalata del Sempione, vento, pioggia, nebbia, temperature sotto lo zero: arriva a chiamarla “un inferno”. Ma pochi giorni ancora e potrà riabbracciare Luisa! sta forse già pensando al traguardo di Milano? no, Vasco si riferisce alle tappe da correre in Trentino: la Como – Monte Bondone, che sconvolgerà la classifica segnando il destino di questo Giro, e la Trento – Levico attraverso il passo del Brocon: sono queste le occasioni che avrà per riabbracciare la Luisa.