1958 12 07 Coppi non le dimentica / Le gambe

Alcuni giorni dopo quella Bernocchi del 1956, Coppi confessa a Vasco che nello studio della tattica di gara aveva depennato dalla lista i vari partecipanti come battibili nella cronometro (”questo no, questo non mi frega…”), ma in considerazione delle sue gambe, non aveva cancellato il suo nome, segnandolo invece con un punto interrogativo. Quelle stesse gambe magre, asciutte, che da adolescente erano spesso occasione di scherno da parte dei bulletti del paese, avevano fatto colpo su Coppi.

A ben due anni di distanza, quando Vasco ormai non fa più parte del mondo del ciclismo e lavora come impiegato in un istituto professionale, quelle gambe sono ricordate e riconosciute nientemeno che dallo stesso Fausto Coppi come ‘gambe da campione’.

LE GAMBE

La Gazzetta, 7 dicembre 1958. (Click per vedere il ritaglio completo)

Come devono essere le gambe di un campione del pedale? Alla domanda, Coppi ha sorriso. Gli abbiamo allora chiesto il perché della sua meraviglia. Fausto, prima ancora di parlare di Baldini e di sé, ha voluto ricordare le gambe di Vasco Modena (lo ricordate, il trentino vincitore della Coppa Bernocchi 1956?)
– Io – ha detto Coppi – come ho visto le gambe di Modena, mi sono sentito un brivido correr per la schiena.
[Nota: le gambe illustrate nel ritaglio di giornale sono quelle di Ercole Baldini]

Quelle gambe asciutte le ricorda il giornalista e scrittore Maurilio Barozzi in un racconto riproposto su L’Adige del 15 agosto 2021, che mantiene vivo il ricordo della vittoria di Legnano a cinque anni dalla scomparsa di Vasco, avvenuta il 7 agosto 2016. Si tratta del racconto Fiammiferi per battere Coppi – parte di una raccolta intitolata ”El Triche e altri racconti” – in cui la vicenda della Coppa Bernocchi vinta da Vasco viene riproposta in forma liberamente romanzata. E’ interessante perché il testo, pur agganciandosi alla realtà dei fatti, non si allinea al carattere di Vasco, quanto piuttosto a come era egli visto da alcuni degli allora compaesani moriensi, con un po’ di malcelato discredito o antipatia. Anche questo serve a delineare in maniera più completa la vita di questo atleta trentino.