1956 08 16 Milano-Vignola / Ottima prestazione

dopo una serie di prove negative, non deludenti, mancavo sempre dopo i 220 Km, nella Milano – Vignola azzeccai un bel 3° posto

Il 16 agosto del 1956 si svolge la Milano-Vignola, valida come terza prova dei Campionati Italiani. Partenza da Rogoredo, arrivo a Vignola su un tragitto di 250 km percorsi a 40.648 km/h, di cui gli ultimi sono cinque giri sul circuito del Bettolino. Più di 6 ore di gara in una giornata caldissima. Questa volta Vasco non cede dopo i 220 Km, come dice nel suo quadernetto, ma anzi è uno dei coraggiosi corridori facente parte dello sparuto gruppetto partito quasi subito in una fuga autorevole durata 200 km e che, in pieno accordo di ritmo e di cambio fra i tre tenaci arrivati, taglia il traguardo con due minuti di anticipo sul resto del gruppo. Davvero una grande soddisfazione per Vasco.

La classifica di Campionato vede in testa Albani con 17 punti, seguito con 16 da Maule e Baffi, da Zamboni con 13, da Minardi con 10 punti, con 8 da Cainero, quindi con 7 punti da Boni e Modena.

BAFFI s’impone a Vignola davanti a Cainero e Modena
Spettacolo a 41 di media

Ordine di arrivo della Milano Vignola 1956. Vasco Modena, in fuga con pochi altri corridori, si piazza al terzo posto dopo Baffi e Cainero
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Da uno dei nostri inviati – Vignola, 16 agosto. La Milano Vignola ci ha riportati indietro di un mese. Ci sembrava di assistere ad una tappa del giro di Francia. Gli stessi caratteri, lo stesso risultato: un gruppo di animosi che dava gran spettacolo marciando sulla assolata Via Emilia a 45 all’ora, un grosso gruppo che pur marciando ad alta media perdeva progressivamente terreno fino a trovarsi ad un certo punto virtualmente battuto, cioè troppo staccato per poter ricuperare tutto il tempo perso.
E’ stata una grande volata per chi si è buttato arditamente nella mischia (e ci voleva fegato a partire a 200 chilometri dall’arrivo con tanta decisione) ed una vana per quanto accanita caccia alla lepre per la muta che ha inseguito per cinque ore. Gran spettacolo dunque, concluso con la sudata e ben meritata vittoria di Pierino Baffi, questo nostro robusto ragazzone lombardo che non si stanca di meravigliare e di sorprendere tutti per le doti di resistenza, per il coraggio, per il rapido recupero di energie. […] Ieri ha trovato ancora tanta energia per fare da “regista” in una lunga, fantastica fuga di duecento chilometri, sotto il sole implacabile, e per vincere da gran signore all’arrivo della prova italiana […]. E con Pierino Baffi altri due giovani alla ribalta: Cainero e Modena, debuttanti quest’anno nella categoria superiore e il primo già qualche volta affermatosi come corridore di sicuro avvenire, il secondo mai stato all’onore delle grandi prove e fin qui ritenuto soltanto un buon scalatore. I due indipendenti sono stati collaboratori efficacissimi nella lunga fuga e sono arrivati assieme a Baffi al traguardo. […] Il risultato dell’azione decisissima dei fuggitivi si rileva da queste rapide cifre: la fuga iniziò a Secugnano. A Piacenza la media oraria era di 44 chilometri e il distacco del gruppo di 1’45”, a Parma la media era di 43 chilometri ed il distacco del gruppo di sei minuti, a S. Ilario la media era di 42,500 ed il distacco del gruppo era di sette minuti, a Scandiano la media era di 42 esatti ed il distacco del gruppo era di nove minuti abbondanti. Diminuiva cioè progressivamente la media oraria, per effetto della distanza, della fatica, in parte anche del vento di fianco, ma aumentava viceversa il vuoto tra attaccanti e inseguitori.

A questo punto però incominciò la vera caccia ai fuggitivi. Si dovrebbe dire anzi che tutta la corsa, agli effetti dello studio dei valori in gara, si è svolta da Scandiano all’ingresso del circuito di Vignola e poi nei cinque giri del circuito. Tutto in meno di ottanta chilometri; quanto è bastato però per vedere molte cose utili per oggi e per il futuro, e soprattutto per insegnare agli atleti di maggiore calibro e di maggiore responsabiltà che nelle corse del nostro tempo ogni errore si paga caro. Ma terminiamo prima il nostro racconto, poi arriveremo alle conclusioni.
Dicevamo che da Scandiano partì la vera a propria rincorsa ai fuggitivi. Era troppo tardi per colmare più di nove minuti di ritardo; i “grandi” avevano fatto male i loro conti. Forse avevano sperato di veder crollare gli attaccanti; non avevano pensato (o forse soltanto Magni l’aveva pensato e on se ne era certo preoccupato) che Baffi avrebbe potuto tenere e quindi vincere la cosa; c’è da supporre cioè che erano sicuri di poter ricuperare il terreno perduto.
L’inseguimento fu comunque rapidissimo e spettacoloso. Il gruppo ricuperò due minuti e mezzo prima dell’ingresso al circuito, un altro minuto circa nel primo giro, ancora un minuto nel secondo, un minuto nel terzo ed un minuto nel quarto, infine un minuto abbondante nell’ultimo giro, tanto che Albani, che vinse la volata del gruppo, arrivò soltanto due minuti dopo Baffi. E’ evidentissima la superiorità e la maggiorore velocità del gruppo nel confronto dei fuggitivi, specie sul circuito di Vignola, meno scorrevole di quanto si potesse pensare perché le medie orarie non andavano mai oltre i 39 chilometri, ma è soprattutto evidente, chiarissima anzi, la constattazione che non si può main andare oltre i limiti della logica e del ragionamento tecnico nelle corse piane, senza ostacoli naturali e decisivi.[…]
La Milano-Vignola (in particolare i cinque giri sul circuito) è stata molto istruttiva a tutti gli effetti. […] Baffi Cainero e Modena, i tre che hanno concluso vittoriosamente la corsa, hanno insegnato ai grandi che la miglior difesa è l’offesa.

Guido Giardini

Dal via al traguardo per la maglia tricolore

VIGNOLA, 16 – Gli 89 concorrenti della Milano-Vignola si radunano in via Eraclito, presso i Laboratori Cosmochimici. (continua a leggere sul ritaglio)

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Ancora indecisa la lotta per la maglia tricolore
Stadio, 17 agosto 1956 (click per leggere la seconda parte dell’articolo sul ritaglio).”Stanco ma esultante Vasco Modena: Non mi ricordo da quanto non provavo una simile soddisfazione. Oggi dietro di me c’era la macchina della Arbos-Bif, le par poco? Mi ci voleva questa bella giornata!”