Il debutto di Vasco tra i professionisti avviene con il Giro di Reggio Calabria, che si corre la domenica delle Palme. La gara costituisce anche la prima delle cinque prove per il Campionato Italiano. Le altre si sarebbero disputate più avanti nella stagione e precisamente il primo luglio il Giro del Veneto, il 12 agosto la Milano-Vignola, il 9 settembre il G.P. Industria e Commercio di Prato, infine il 30 settembre la Coppa Bernocchi a cronometro.
Oggi sulle strade della Calabria prima prova per il titolo italiano – Vittorio Varale. In: La Nuova Stampa. – 25 marzo 1956, p. 4
La prima gara, il Giro di Reggio Calabria, è un battesimo in cui non può mancare l’acqua, ed infatti inizia sotto la pioggia. Si tratta di una gara impegnativa di 274 km con la salita al passo della Limina. Vasco la porta a termine e ne è soddisfatto. Ritrova qui tanti corridori già affrontati da dilettante, tra di essi anche l’amico Pintarelli.
Altre gare si susseguono immediatamente. Il Giro della Campania, il 29 marzo 1956, dove per lo meno è tornato il sole.
Quindi la Arbos-Bif lo iscrive al «IV Trofeo Fenaroli», il lunedì dell’Angelo, il 2 aprile, valido come prima prova del Trofeo U.V.I. per indipendenti, organizzato dal V.C. Tre Ponti di Busto Arsizio, in collaborazione con il giornale «Ruote», sul percorso Olginate-Milano di km. 228. Se lo aggiudica Angelo Coletto.
E poco più tardi di nuovo al sud, partecipa al Giro di Sicilia, cinque tappe, con partenza il 10 aprile da Palermo, ma questa volta non arriva in fondo: ne esce con un ginocchio fuori uso. Riprenderà a correre un mesetto più tardi, in maggio.
Prato, 16.4.1956
Mio caro Vasco, ho ricevuto molto volentieri la tua lettera come ha fatto piacere a tutti quelli del Coiano quando ne ho dato notizia, ci spiace molto che tu abbia ancora molta iella contro di te e chissà cosa farei io potessi scongiurattela, ma vedi Vasco, tutto pasa quindi non trascurare nulla per fare il corridore poi verrà anche per te la stella che brillerà.
Così inizia una lettera del signor Settimo Meoni, da leggere rigorosamente con accento toscano, che rincuora e sprona Vasco dopo il forzato ritiro dal Giro di Sicilia. Con il signor Meoni e la moglie Norma si consolida un rapporto che resterà vivo e duraturo ben oltre ai tempi del ciclismo passati con la Coiano di Prato, e ben oltre anche al ciclismo praticato dal Vasco professionista.