La Coiano offre una buona opportunità a Vasco, permettendogli la partecipazione in terra natale al Giro dei Laghi in Trentino, il magnifico Gran Premio Lane Borgosesia, in cui si era distinto nei tempi passati: primo nel ’49, secondo nel ’50, di nuovo secondo soltanto un anno prima, nel ’54. Partecipa quindi assieme a Duilio Taddeucci (arrivano 12esimo e 14esimo, rispettivamente), ma già qualche giorno prima, sui giornali trentini c’è un certo fermento nell’attesa della competizione.
Si delinea un campo agguerrito per il G.P. Lane Borgosesia
Già in apertura notevoli le iscrizioni al
“Giro dei laghi”
Il campione regionale Depedri apre la serie delle iscrizioni
Anche Vasco Modena (ora in maglia toscana) tra gli iscritti
Ad aprire l’elenco delle iscrizioni alla corsa che domenica prossima si effettuerà sul magnifico tracciato del Giro dei Laghi per la settima edizione del “G.P. Lane Borgosesia” è stata – come tradizione – la stessa società organizzatrice, il Veloce Club Trentino, che ha reso in tal modo ufficialmente nota la partecipazione nell’attesa gara del campione regionale tridentino Mario Depedri affiancato dal “partner” Luciano Cadin fresco reduce dall’onorevole prova fornita nel G.P. Legler svoltosi domenica scorsa sulle strade bergamesche e dai consoci Franco Zanetti e Franco Viviani.
La presenza di Depedri – e per di più in gara col n. 1 – viene a convalidare tutta l’importanza che viene attribuita alla prova di domenica, alla quale, con la partecipazione del campione regionale e del vicecampione Cadin, il ciclismo trentino si prenota con quelli che anche ufficialmente sono i suoi migliori esponenti. Cadin e Depedri, del resto, hanno una notevolissima esperienza in fatto di condotta di gara di extraregionali: i due giallo-blù hanno preso parte ad un gran numero di corse in altre regioni, mettendosi in luce e “maturando” le condizioni tattiche dei più importanti avversari, quelli stessi che in buona parte si pensa saranno domenica sulle strade del Trentino a contendersi l’ambita ricompensa della vittoria e della affermazione.
Anche Zanetti che con l’inedito Viviani viene a completare la formazionde del veloce Club Trentino è elemento la cui corsa sarà seguita col massimo interesse. E’ indubbio che il volitivo pedalatore ha fatto parlar di sé in occasione della sua fresca appartenenza alla categoria degli allievi. Poi, nonostante il suo vivace temperamento, Zanetti ha pensato con serietà ai suoi studi per cui poche sono le volte che si è visto allinearsi alla partenza di corse, quest’anno. Il fatto che risulti tra gli iscritti denota che il biondo ragazzo ha inteso riservarsi per il “Borgosesia”; ecco così giustificato l’interesse alla sua prova.
Anche i rosso-blù del CC. Forti e Veloci si sono presentati in quattro: Onorio Chiogna, Giuseppe Coser, Giuseppe Bazzanella e Ermes Soana. E’ una partecipazione di buon merito che, stando alla carta, accentra i maggiori valori su Chiogna, subordinandoli peraltro alla osservanza di una accurata preparazione, quale, forse finora, non era parso si fosse sottoposto il promettente giovano rosso-blù.
Ma la corsa del Giro dei Laghi è già molto avanti con le iscrizioni, tanto da annoverare fin da ieri la prima adesione di società extraregionale: il C.C: Lane Rossi di Schio.
Lane Borgosesia – Lane Rossi: c’è un po’ di simpatica polemica… pubblicitaria tra i “lanieri”. “Voi patrocinate ed io vengo alla vostra corsa…” sembra quasi voler dire la società dei bianco-rossi di Schio. E non è azzardato pensare che nella sospensiva dei puntini debba interpretarsi la parte terminale del discorso del Lane Rossi con “… per vincere”: basti considerare sia il numero che il complesso valoroso di pedalatori che il gruppo sclerense ha annunciato. Ne diamo i nomi: Mario Cavaliere, Aldo Marchi, Giuseppe Nicolli, Achille Varago, Ugo Stella e Renato Saggin, sei pedalatori, ciasuno dei quali per proprio conto ha risolto vittoriosamente gare di quest’anno, tutti assieme formando un complesso più che pericoloso per quanti altri intendessero arrivare alla vittoria.
E’ pacifico ritenere che chiunque altro intervenga nella corsa di domenica prossima (e saranno interventi di considerevole consistenza a tener conto delle richieste di chiarimenti pervenuti agli organizzatori da più parti dell’Italia settentrionale) e per quante accreditate velleità d’affermazione possa avere, dovrà fare i conti con la forte pattuglia dei biancorossi scledensi.
Tuttavia, la corsa che il 25 alle ore 14 prenderà le mosse dalla trentina via Grazioli, non esaurisce la vivacità dell’interesse, con i motivi fin qui esposti, ma altri ne aggiunge, tanto vasta e poliedrica è la sua consistenza.
Ed ecco uno aggiungersene subito, di questi motivi, tale da far vibrare le non sopite corde di poi non tanto antichi entusiasmi; da Prato di Toscana è venuta la adesione di massima del CSI Coiano con Vasco Modena e Duilio Taddeucci. La presenza di Vasco Modena, che anche recentemente si è affermato in corse nazionali, viene a conferire alla corsa trentina un contenuto del tutto particolare, di grande valore atletico e anche sentimentale.
Il giovane di Mori, pur adesso che s’è trasferito per lavoro in terra di Toscana, è sempre nel cuore degli sportivi trentini che ne ricordano la generosità delle prestazioni, il merito delle sue indubbie qualità. Per di più, Modena è stato il primo ad incidere il proprio nome sul libro d’oro dei vittoriosi del G.P. Borgosesia (1949) e per due volte ne conquistò il secondo posto (1950 a ruota di Parisi , lo scorso anno a 11″ da Maule).
Come si può constatare, già al primo accenno di formazione dell’elenco degli iscritti, il G.P: Borgosesia si presenta in veste di scintillante interesse.
ALCE
Niente quest’anno “coppa Mori” ciclistica
MORI, 20 – Dunque è stato irrevocabilmente deciso: quest’anno la Coppa Città di Mori, gara ciclistica riservata ai dilettanti juniores e seniores, giunta alla sua sesta edizione, non si farà. I motivi di fondo che hanno determinato la dolorosa quanto inaspettata rinuncia sono quanto mai lineari, di una semplicità addirittura elementare: manca il cospicuo capitale necessario per dotare come si conviene una corsa del calibro come quella in discorso.
Non ci sembra sia qui il caso di rifare per filo e per segno tutta la caleidoscopica movimentata cronistoria che ha caratterizzato la luminosa se pur breve vita di una competizione ciclistica che già si era largamente affermata ed aveva mietuto consensi anche nelle regioni limitrofe. Diremo soltanto che, nata per merito di un poderoso gruppo di volenterosi sportivi locali la Coppa Città di Mori, dopo i primi quasi deludenti o comunque incerti passi, se era andata via via inserendo per serietà organizzativa, per dotazione di premi, per varietà di percorso, e per la frequenza di quotati corridori, nel lotto delle autorevoli gare che normalmente vengono disputate nel Trentino Alto Adige.
Ricorderemo anche che in veste di primi attori alla coesa di casa nostra hanno sempre partecipato, combattuto ed entusiasmato eccellenti atleti del pedale dilettantistico: come Moser, l’astro fulgente vertiginosamente salito nel campo professionistico; come Vasco Modena, l’eterno sfortunato che però è riuscito ad aggiudicarsi per ben due volte la vittoria; come Bassanini del Pedale bianco rosso di Piacenza che apre l’albo d’oro; come Lonardi del Pedale scaligero pure vincitore di una edizione; come il bassanese Del bello, Tosato, Zamboni, il cremonese Mori; il tramontato (ma non del tutto dimenticato) Parisi, il leone della montagna, e tanti altri ancora che hanno generosamente sprecato le loro energie per galvanizzare la competizione, renderla appassionante e con incerto esito fino alla fettuccia di arrivo.
Numerosissimo sportivi, non soltanto locali, si erano sinceramente affezionati a questa gara ed è pertanto conseguenziale che il suo repentino affossamento abbia fatto affiorare un franco rincrescimento dalle radici più profonde di quello che comunemente si creda, rincrescimento che logicamente prende più vasto piede, si acuisce in seno ai dirigenti dell’Unione sportiva che la Coppa Mori hanno tenuta a battesimo ed allevata con ogni possibile cura.
Acciuffato Zamboni a Rovereto, sullo slancio fugge Tosato che riesce a conservare fino al traguardo di Trento il vantaggio di 10″ conteso dagli inseguitori – Tra questi il sorprendente Cadin e Modena
Con tono e contenuto di grande corsa, il G.P. Borgosesia è passato col palpito delle sue bandiere, in entusiasmante corteo di sport ciclistico con alfieri ben degni campioni del dilettantismo della bicicletta. Ha vinto il veneto Tosato, sottolineando per di più la sua vittoria con un arrivo isolato e col nuovo primato della corsa: 3 ore e 35 minuti a compiere i 131 chilometri del Giro dei Laghi: due minuti in meno di quanti il bresciano Filippini, nel 1953, raggiunse stabilendo il precedente primato.
Vittoria di risalto, quindi, che indica pienamente in Tosato il degno vincitore di una edizione memorabile, che brilla di luce vivissima nella luminosa serie delle precedenti edizioni. Gli è stato secondo il consocio Dal Bello, per il furbo allungo che l’ha messo a capeggiare la volata dei primi inseguitori.
Due maglie dell’Unione Ciclistica Giorgione di Castelfranco, perciò, hanno fatto clamore di squillante vittoria, lasciando a Zamboni, il pronostico della vigilia, la terza piazza, ancorché più che onorifica, in tale compagnia, ma forse non pienamente rispondente a quello che pareva far presagire la corsa. Infatti, Zamboni, appiedato in quel di Caldonazzo e con un ritardo di oltre due minuti e mezzo a Calceranica, s’era fatto protagonista di una tenacissima caccia che superato Vigolo Vattaro lo faceva passare al transito da Trento a meno di due minuti dal gruppetto che con Nicolli, Modena, Bergamini, Seganfreddo, Favero e Castello si trovava in quel momento a condurre in testa la gara. Lungo la salita verso Cadine Zamboni riduceva ancor più il distacco, portandosi poi, poco prima delle Sarche, nel gruppo folto degli immediati inseguitori, a soli 40″ dalla testa. Alle porte di Riva, Zamboni, trascinandosi non poco altri, assorbiva i fuggitivi, ma non terminava la sua avventura poiché subito dopo Torbole staccava tutti lungo la salita di Nago acquistando un certo vantaggio che a Mori era di un minuto. Sembrava partita vinta, stante il margine e stante il giocatore. Invece, il veronese entrava in appanno, pedalava con indubbie “ratées”, si faceva meno convinto, diventava boccone insperatamente facile alla muta degli inseguitori. Fino a quel momento – e si era alle porte di Rovereto – egli era parso il sicuro vincitore della corsa. Invece, subito dopo Rovereto sullo slancio della volata in corso Rosmini della città della quercia, prendeva le ali Tosato.
Equilibrio di eccellenti valori – Egli sarebbe stato, di lì a 24 km. il vero vincitore eppure in quel momento nessuno si sarebbe stupito se alla prima svolta la situazione fosse ancora cambiata, si fosse trovato un altro solo a far da volpe e Tosato a far da cacciatore. Il vero è che dal mazzo dei corridori del Borgosesia si poteva tranquillamente tirar fuori uno qualsiasi e cingergli il capo del lauro del vittorioso. Basta scorrere l’elenco degli arrivati, per la prima metà, dal primo in poi ed anche più in giù, e si vedrà che ognuno di quei nomi non avrebbe fatto meravigliare alcuni se si fosse trovato in cima a tutti. Questo per dire il grande equilibrio delle forze in campo e il grande loro valore. Tosato, che ha vinto, ha raggiunto quel pizzico di pepe e di intuizione e di rabbiosa decisione che gli ha dato quei neppure 200 metri di vantaggio che ha difeso con estrema risolutezza, compiendo il miracolo di conservarlo indenne da Rovereto fino al traguardo di Trento.
Sorprendente Cadin – Il vittorese Favero, il trevigiano Sfoggia, il rodigino Zerbinati, il valdagnese Cortese, il veronese Girardini, il bassanese Tognon, il veneto Seganfreddo, l’altro veronese Tezza e ancor di più? Modena (quale trionfale accoglienza sulle strade del basso Sarca, della Vallagarina) tutti attori sullo stesso piano, in prima fila a ricevere giusti applausi. Che dire di Cadin, autorevolmente in mezzo a loro? Francamente era diverso tempo che non vedevamo in corsa Cadin, ed altrettanto francamente ci ha stupito per l’autorevolezza della sua corsa, per la scioltezza dello scatto, per la condotta di gara, tutt’altro che schiva di coraggio e generosità. Inserito nel gruppo dei migliori, Cadin ha tentato anche alle porte di Trento il suo colpo: non gli è riuscito per l’immediata reazione dei fortissimi avversari, ma con loro è arrivato: s’è battuto da pari a pari; in lui il ciclismo tridentino ha un valido alfiere.
Gli sfortunati – Gli applausi vanno anche agli sfortunati, tra i quali ricordiamo Mazzacurati e Bergamini scontratisi a causa di un ciclista fuori… gara, e a Vanzella, sbattuto a terra sulla salita di Nago a causa di uno dei soliti… premurosi porta-bibite. Altro sfortunatissimo: il toscano Taddeucci, uno dei brillanti componenti del gruppetto inseguitore di Tosato alle porte di Trento. Taddeucci era tra i tredici che disperatamente seguivano a vista d’occhio Tosato; si vede che il toscano era tredicesimo poiché incorreva in una caduta al momento di infilare piazza Fiera venendo così costretto al ritiro (?) un istante prima della volata.
Questi che abbiamo ricordato erano al momento del ritiro tra i protagonisti; ad essi vanno accomunati nel valore e nella lode.
Un cenno particolare a Modena. Il portacolori del CSI Coiano di Prato si è battuto con tutta l’autorevolezza dei giorni migliori, forse è stato preso in contropiede dall’azione di Zamboni sulla salita di Nago e non è riuscito in precedenza a esplicare le sue doti sulla Bosentino – Vattaro, ma fra il lampeggiare delle grandi luci del dilettantismo che ieri erano sul proscenio, Vasco è stato quella che nella parte centrale ha brillato più a lungo.
Distinzione organizzativa – L’organizzazione della settima edizione ha avuto tutti i pregi ed i vantaggi di venire dopo le precedenti sei. Si vuol dire con ciò che ha compiuto il miracolo di essere ancor più perfetta di quelle già perfette che la precedettero. Merito indiscusso del Veloce Club Trentino coi suoi dirigenti attivi e sulla breccia animati e animatori a loro volta di energie appassionate dedite allo sport della bicicletta, ad un conquistatore spirito che sta nella tradizione della anziana società presieduta dal comm. Ettore Mayr. Tra essi, punto cardine, dal meccanismo sul quale è ruotata l’organizzazione del “Borgosesia” lo sportivo ed appassionato dirigente Mario Niccolini, coi non minori artefici della riuscita Luigi Pontalti (che in qualità di direttore di gara ha guidato fuor dal… pelago la difficile corsa), rag. Guido Gerloni, Carlo Franceschi, Silvio Bettega e i nuovi e vecchi collaboratori, tutti animati in fervorosa alacrità.
Implicito in quanto precede l’elogio, che doverosamente si fa esplicito accumunando anche la signorile patrocinante industria delle Lane Borgosesia consuetamente presente col titolare dott. Ferrari, nonché l’ineguagliabile apporto tecnico e di controllo degli ufficiali di gara, dal Presidente di Giuria rag. Arcani di Udine coi componenti Fait di Rovereto e Bettega di Trento, al giudice d’arrivo Celva, agli altri infaticabili dell’ANUGC, nonché al commissario dell’UVI Bortolotti di Bolzano.
Un signorile rinfresco e, per chi voleva, anche una efficiente merendina (col consistente concorso della nota ditta Vismara) ha suggellato la giornata laboriosa ma carica di entusiasmo e di colori, nel lieto di un settembre da cartellone.
La corsa – La gara prende il via con 62 concorrenti, all’abbassarsi della bandierina da parte del dott. Ferrari. Pochi gli assenti, tra questi di rilievo, soltanto l’emiliano Pambianco. Ponte Alto è raggiunto in un battibaleno: è primo Bergamini, tallonato da Niccolini, poi Franceschini, Tezza, Tattini e gli altri. Nicolli insiste, ma è ripreso dal gruppo trascinato da Modena. A Pergine transita per primo Galeaz con Stella alla ruota, poi ancora Tezza.
Vengono ripresi dall’attivo Modena che con altri tre quattro riassume l’iniziativa delle operazioni. A Levico transitano nell’ordine Bergamini, Modena e Castello. Poco dopo, una foratura di Zamboni è segnale di scatto per gli altri, in testa Nicolli e Modena evadono cosicché a Calceranica hanno un centinaio di metri su Castello, Seganfreddo, Bermini, isolato Giraddini, poi il grosso a un minuto con dentro Cadin. A 2’30” passa Zamboni. La salita di Bosentino vede tirare cia Nicolli che si trascina Bergamini e Castello transitando nell’ordine al primo traguardo della montagna. A 30″ sopraggiunge Modena con Favero, seguono Seganfreddo, Tognon, Monti, Franceschini, Tattini, Mazzacurati, sempre più sgranati gli altri.
Lungo la discesa e dopo Trento si forma un plotone in testa composto da Nicolli, Favero, Seganfreddo, Modena, Bergamini e Castello, ai quali, però, s’aggiungono prima di Cadine i tre della “Felsineo”, Mazzacurati, Tattini e Monti con Tognon e Franceschini. A Cadine è primo Favero con a ruota Castedo, leggermente avvantaggiati su Modena, Nicolli, Monti. Galeaz, intanto, si è ritirato ancora a Trento: un foruncolo, si dice.
Ma dalle retrovie, Zamboni incalza e trascina molti altri tanto che alla Stretta il vantaggio del primo gruppo sugli inseguitori è ridotto a circa un minuto. All’ingresso di Riva avviene la fusione, dalla quale, di lì a poco, appena oltrepassata Torbole, nasce l’episodio che abbiamo raccontato inizialmente.
La corsa ha fatto il suo ingresso trionfale in ogni centro, affollato ogni dove, principalmente a Caldonazzo, Vattaro, Cadine, Arco, Riva, Nago e Mori. Spettacoloso poi l’arrivo tra gli sportivi di Trento.
ALCE
1. TOSATO MARIO – U.S. Giorgione, Castelfranco – che compie i 131 km. del percorso in ore 3,35″ (media km. 36,511); 2. Dal Bello Vittorio – id. a 10″; 3. Zamboni Adriano – U.S. Ausonia Pescantina; 4. Favero Vito – Cicl. Vittorio Veneto; 5. Sfoggia Narciso – Cicl. Trevigiani; 6. Cadin Luciano – Veloce Club Trentino; 7. Zerbinati Ennio – Mantovani, Rovigo; 8. Cortese Lorenzo – Cral Marzotto Valdagno; 9. Girandini Cesare – U.S. Borgotrento, Verona; 10. Tognon Emilio – Veloce Club Bassano; 11. Seganfreddo Germano – G.S. Rossato Santorso; 12. Modena Vasco – C.S. Coiano, Prato; 13. Tezza Luigi – U.S. Borgotrento, Verona; 14. Taddeucci Duilio – C.S. Coiano, Prato a 1’40”; 15. Nicolli Giuseppe – Lanerossi Schio a 6’30”; 16. Castello Francesco – Rossato Santorso a 7’30”; 17. Chiogna Onorio – Forti Veloci TN a 9′; 18. Wieser Renzo – Altoatesina, Bolzano; 19. Cavaliere Mario – Lanerossi Schio; 20. Guglielmoni Ferdinando – Cral Marzotto; 21. Marchetto Fausto – U.S. Borgotrento; 22. Stevanella Oliviero – Veloce Club Este; 23. Baldini Ercole – Niccolò Biondo, Carpi a 9’20”; 24. Stella Ugo – Lanerossi a 15′; 25. Varago Achille – id; 26. Tabarelli Dario – Alpina Sport, Trento; 27. Stella Livio – Sport Club Bartali, Lana; 28. Zanetti Franco – Veloce Club Trentino a 19′; 29. Coser Giuseppe – Forti e Veloci, Trento a 20′.