Bacio la mamma e tutti i miei famigliari, è la sera del 23-3-55. Un espresso da Prato mi impone di partire immediatamente. A Rovereto saluto la mamma e il papà di Luisa e con lei, verso la stazione, pensieri tristi e nostalgici passano per la mia mente, ma cerco di fare buon viso, anzi sembro contento. […] ma ecco il treno, un bacio ancora e via. L’avventura è incominciata, forse una nuova era sta per incominciare per me. Cerco di non pensare, mi provo a dormire, ma niente da fare: il letto è decisamente migliore dello scompartimento in legno. Idem per le panchine della sala d’aspetto di Prato, dove sono giunto alle 3.15 di notte.
Alle 6 e 3/4 mi presento dal Parroco di Coiano (che non è ancora alzato) … Ecco don Milton mi saluta e mi chiede se ho portato i documenti, mi manda, per guadagnar tempo, dal sig. Meoni (che sarà il mio nuovo d.s.) in via Pomerio 101.
In un momento sono al 101. Suono il campanello, una signora mi accompagna dal sig. Meoni e poi via, subito in Municipio, sbrigate tutte le faccende per la residenza, facemmo un espresso per Roma per avere la licenza.
Queste parole sono raccolte in alcune dettagliate pagine di diario, redatte da Vasco nelle prime due settimane di permanenza a Prato, come resoconto di azioni e pensieri da consegnare all’amata Luisa al primo rientro a casa, per Pasqua.
A Prato il punto di riferimento concordato è il parroco, don Milton Nesi (1912 – 1964). Un uomo infaticabile, pieno di energia, parroco per venticinque anni di San Bartolomeo a Coiano, dove si prende cura della comunità in modo completo, quindi anche dal punto di vista sociale. E’ infatti grazie alla sua opera nel campo della cooperazione edilizia che tra gli anni ’40 e ’60 si costruiscono in zona parecchie abitazioni popolari ma di buona qualità, case monofamiliari a schiera dotate di piccole aree verdi, ma anche una casa per ferie a Marina di Massa, il teatro Vittoria e il circolo parrocchiale ACLI, al cui indirizzo Luisa invia a Vasco copiosa corrispondenza. E’ don Milton che fa per primo il tramite tra il nuovo arrivato e i dirigenti della locale squadra sportiva.
Grazie don Milton che, fra tutte le innumerevoli attività pastorali, hai avuto anche il tempo per aiutare Vasco ad insediarsi a Prato.
Nel ritornare a casa trovammo il Bini e il Biagioni che si allenavano. Ci fermammo. Il Biagioni chiese al Meoni una sigaretta… al nostro dire che gli faceva male Serafino rispose: le salite mi fanno male – e partì con il fumaiolo acceso.
Fu così che a pranzo conobbi una bistecca di 600 gr.
Questo stralcio si potrebbe intitolare BBB: il Bini, il Biagioni e la Bistecca. Così è l’incontro di Vasco con la Toscana: incrociare per caso sulla strada ciclisti professionisti della caratura di Aldo Bini e Serafino Biagioni, e gustare la bistecca alla fiorentina, carburante naturale per far girare i muscoli. Se forse sei etti possono essere pochi per i cultori della vera fiorentina, rimangono pur sempre una bella dose proteica per lo smilzo Vasco, a cui prima una simile bistecca era sconosciuta.