1951 07 29 Trofeo Spumadoro / In forma non significa vincere

Avevo trovato la ”mia” forma, ma la sfortuna mi perseguitò sempre. Il 29-7 a Castelfranco Veneto una gara in due tappe, la potevo vincere, forai tre gomme, arrivai 7° – 4° dei dilettanti.

Dopo le ultime due vittorie, la Bressanone Cortina e ritorno e la Trento – Salorno e ritorno a cronometro, Vasco sente di essere finalmente in forma. Ciò non significa necessariamente vincere. A Riese G.P. Papa Pio X, in due frazioni (151 km in linea più 21 a cronometro), non una né due, bensì tre forature si oppongono al desiderio di vittoria di Vasco. Forature che abbondano un po’ per tutti i concorrenti, tra indipendenti e dilettanti, sul duro percorso per cui basta citare alcuni ingredienti quali “scale di Primolano” e “Croce d’Aune”, e aggiungere “fondo ghiaioso” per farsi un’idea di quanto duro possa essere risultato questo impasto. Ad ogni modo, in forma effettivamente Vasco lo è: sul Croce d’Aune, dove è posto il premio della montagna, Modena transita con 1′ di vantaggio su Renato Barbiero. Si sarà portato a casa qualche buona focaccia del famoso panificio Fraccaro Spumadoro?

LA PRIMA EDIZIONE DI UNA GARA CHE S’IMPORRA’

A Bortolo Bof la frazione a cronometro e la vittoria nel Gran Premio Spumadoro

Barbero si impone nella frazione in linea ma termina sesto in quella successiva e cede il primato al piccolo trevigiano – Magnifiche prove dei dilettanti Fornasiero, Tosato e Dell’Antonia

OgniSport

Dal nostro inviato.

CASTELFRANCO, 29 – Castelfranco Veneto e la vicina Riese si sono date vicendevolmente una mano per creare questa manifestazione ciclistica, che ha tenuto in orgasmo organizzatori e pubblico dalle primi luci dell’alba fino alle prime ombre della sera. E amichevolmente Castelfranco e Riese si sono divise oneri e onori. Nella vetusta cittadina partenza della prima frazione in linea di km 151, e arrivo della frazione a cronometro; a Riese, invece, arrivo della gara in linea e partenza di quella a cronometro di km 21.

Il Gran Premio Città di Castelfranco e Comune di Riese, arricchito del Trofeo Spumadoro Fraccaro, ha avuto francamente successo. Qualche lacuna organizzativa affiorata qua e là va giustificata con una sola parola: esperienza. Un altro anno le cose riusciranno meglio anche da questo lato. La quantità è stata di gran lunga superata dalla qualità. Difatti scorrendo prima della partenza il nome degli iscritti, ci si è subito convinti che la competizione non poteva mancare di successo, sia dal lato tecnico che da quello agonistico, anzi già si pregustava lo spettacolo di una serrata battaglia fra i più rinomati scalatori e passisti delle categorie indipendenti e dilettanti seniores. Se 30 esatti sono stati i partenti, tre o quattro volte maggiori sono state le emozioni e gli episodi che hanno caratterizzato la corsa. Quante volte di è visto il bravo Silvestri lavorare di paletta per proteggere la fuga ora di questo ora di quello, oppure di gruppetti più o meno organizzati.

Ne è scaturita, in sintesi, una di quelle gare che saziano i palati più esigenti e delicati. Fare dei nomi è giocoforza, ma è preferibile accumunare tutti in un caldo, cordiale “bravi”. Per quanto si frughi nella mente e si consultino vocabolari, non si riesce ad esimersi dal definire il percorso cin un’abusata parola: “duro”, tipicamente duro. Le “scale” di Primolano, la salita di Croce d’Aune, che ha portato i concorrenti a 1100 metri, già snervanti saliscendi da Feltre in su, e la breve, ripidissima salita di Asolo hanno agito in funzione di fittissimo setaccio da cui i migliori (sfortuna a parte) sono emersi con le loro forse e con il loro cuore.

E a proposito di sfortune citate dianzi non va taciuto che il pessimo fondo stradale di quasi la totalità del percorso ha fatto strage di gomme. Come dirà la cronaca, per quanto si è potuto accertare, quasi tutti gli atleti in gara sono stati “toccati”, forse l’unico uscito indenne è proprio Barbiero, il vincitore della frazione in linea. Questo particolare non viene buttato là per sminuire la sua chiara affermazione. Tutt’altro: Barbiero ha vinto come sa vincere uno che ha già dell’esperienza da vendere.

Egli è venuto fuori al momento opportuno e con una veemenza da non lasciar dubbi sul suo grado di forma. Peccato però che nella successiva frazione a cronometro non abbia saputo conservare il pur tenue vantaggio. Quel sornione di Bof, attardato da una foratura, ha saputo, in sede di appello, imporre i diritti dell’anzianità e, si dica pure, della classe. La sua media nei 21 km a cronometro parla chiaro. La classifica generale delle due prove lo ha portato alla vittoria, una vittoria più che meritata.

Remo Fornasiero, il simpatico prestigioso ragazzo di Rosara, è giunto alle spalle di Bof, vincendo però nella categoria dilettanti. E’ una nuova conferma delle sue eccellenti doti. L’inseguimento intrapreso dopo una foratura, a pochi km dalla partenza, quando cioè più ferveva la lotta, ha rivelato una potenza in azione impressionante, frutto evidente di un’accorta, metodica preparazione e di non comuni qualità fisiche.

Di Fornasiero si sentirà sovente parlare e bene. Modena, sfortunato in tutte e due le prove, è stato animatore della gara, la piccola carica di tritolo che metteva in sobbuglio la variopinta carovana. Transitato primo al passo di Croce d’Aune, è stato appiedato da una foratura, incidente questo ripetutosi nella prova a cronometro.

Il giovane Tosato non va escluso dalla citazione, perché col suo ricupero, dopo la foratura, è rientrato nel gruppo degli inseguitori di Barbiero, riuscendo a strappare il secondo posto. Lo scotto dello sforzo lo ha però pagato nella seconda prova, lasciandosi soffiare il posto d’onore da Fornasiero. E va ricordato, non a puro titolo di cronaca ma perché effettivamente lo meritano, le prove dei fratelli Dall’Antonia, sempre fra i primi. Alla Distanza Dal Bello è calato, ma ciò non viene minimamente ad incidere sulla sua esemplare tenuta di gara. La prova a cronometro ha giocato dei brutti scherzi a qualcuno. Si è visto ad esempio Barbiero scaraventato dal primo al quarto posto, Tosato dal secondo al terzo, Modena dal quarto al settimo, e così via, come dirà la classifica generale.

Accarezzati da una fresca leggera brezza e dal primo radioso sole, i 30 corridori lasciano Castelfranco alle ore 7,39. Scarsa, data l’ora, la folla convenuta a dare il saluto e l’incoraggiamento agli atleti che stanno per intraprendere una dura fatica. Dopo aver compiuto un giro attorno al Castello, il plotone infila a tutta andatura lo stradone che porta a Riese, il paese cioè dove è posto l’arrivo di questa prima frazione della gara.

Lasciato il centro che diede i natali a Papa Sarto, i corridori affrontano il primo stratto di strada polverosa e accidentata. Fornasiero, nei pressi di Loria, è costretto a mettere piede a terra per la prima di una lunga serie di forature. Sino al bivio Francolin (km 7 da Riese) che immette sull’asfalto per Bassano, la corsa procede senza offrire alcunché di interessante. Non appena però le prime ruote lasciano indietro buche e polvere, il gruppo si scuote; dalla testa alle ultime posizioni è tutto un sussulto. Si fila ad oltre 40 di media.

Superato S. Zenone degli Ezzelini, Fogal, Roma, Tosato, Gusella, Serena, Marchese, Dall’Antonia, Bortolin, Selvatoco, Bof, Grosso, Modena e Barbiero con uno strappo rabbioso riescono a mettere tra loro e le rimanenti unità, condotte da Pivano, Piazzon e Bertolaso, circa 200 metri. A Bassano il distacco, anche per il poco affiatamento rivelatosi fra i componenti del gruppetto di testa, diminuisce sensibilmente. La fusione, infatti, avviene a Valstagna e ritorna la calma per brevissimo tempo. Modena, Tosato, Barbiero e Bof si impongono ora con una serie di scatti e tentativi di fuga a ritmo indiavolato.

A S. Nazzareno, dopo 35 km di spettacoloso inseguimento, Fornasiero riprende contatto con il gruppo di testa. Dall’impresa di Fornasiero rimangono esterrefatti persino i più quotati avversari. Carpanè sarà infaustamente ricordato da Grosso il quale, proprio nell’attraversamento di questa località, rimane vittima di una foratura. Non lo si rivedrà più tra i primi. L’entusiasmante fisionomia della gara non muta fino a Primolano, dove i concorrenti si dispongono ad affrontare la breve ma faticosa salita delle “scale”.

Sino dai primi tornanti si delineano le posizioni. In testa sono il bassanese Dal Bello, Rigon, Bortolin, Barbiero, Modena e Parisi nell’ordine. A 300 metri seguono Selvatico, Turato, Piazzon, Rampazzo, Fornasiero, Brumani, Marchese, Bof, e via via tutti gli altri. Nella susseguente discesa che porta a Fonzaso e quindi a Ponte della Serra i primi sei tentano di conservare il vantaggio che al culmine della salita era arrivato a 1′. Barbiero e Modena si dimostrano i più attivi, ma alle loro spalle non si dorme. Al Ponte della Serra il distacco è diminuito. Modena, Dal Bello, Rigon, Barbiero, Bortolin e Parisi, Piazzon, Fogal, Zamprogna e Luciano Dell’Antonia a soli 40″; e il gruppo capeggiato da Rampazzo, Pivato e Bertolaso a 1’50”.

Nell’ordine sopradescritto i corridori affrontano l’aspra salita che porta a Croce d’Aune. Piazzon fora e Pivato è in difficoltà mentre Bertolaso è colpito da crampi allo stomaco. Quest’ultimo corridore sarà infine vittima di due consecutive forature. A quattro chilometri dal culmine i distacchi sono andati sempre più accentuandosi. E’ in testa Dal Bello, seguito a ruota da Modena, Barbiero, Parisi; a 1′ sono Fogal e Luciano Dall’Antonia; a 1’15” Rigon e Marchese; a 2′ Selvatico, Bof, Serena e Carmelo Dall’Antonia; a 2’20” Rampazzo; con distacco maggiore Grifalconi, Bortolin, Turato, Baldam e Bonaldi.

Negli ultimi mille metri Modena scatta ed in breve guadagna terreno. Barbiero tenta di tenergli testa, seguendolo a ruota, ma invano. Sul culmine, dove è posto il premio della montagna, Modena transita con 1′ di vantaggio su Barbiero e con 1’30” su Bof, rinvenuto fortissimo nell’ultimo tratto. Segue nell’ordine Del bello a 2′, Parisi a 2’30”, Dall’Antonia Luciano a 2’40”; Dall’Antonia Carmelo a 2’47”; Marchese, Rampazzo, Fogal, Piazzon e Fornasiero, ecc. Nella discesa Modena non riesce a contenere l’impeto di Barbiero, Dal Bello e Bof riunitisi nell’inseguimento.

Nei pressi di Pedavena il gioco è fatto: Il trentino si rialza. Alle spalle dei quattro si lavora sodo, tanto che a Quero si trovano in compagnia, oltre ai primi quattro, Fornasiero, i due Dall’Antonia, Rampazzo e il sorprendente Tosato, il quale attardato da una foratura sulla salita di Croce d’Aune, riusciva con un ammirevole inseguimento ad agganciarsi ai primi. A Cavaso è la … tomba di Bof e Dal Bello: il primo è vittima di una foratura, il secondo in preda ad una crisi viscerale è costretto a cedere. E’ la diana per l’irrequieto Barbiero: con pedalata sciolta si alza un momento sulla sella, dà uno sguardo all’ingiro e quindi parte come un razzo. Niente da fare per gli altri. Superata di slancio la salita di Asolo, Barbiero si invola verso il traguardo dove i cronometristi registrano un vantaggio di 37″ su Tosano, Fornasiero, Modena. Dall’Antonio Luciano, Dal Bello e Bof, che si classificano nell’ordine.

Ecco l’ordine di arrivo della prima frazione: Barbiero Renato U.C. Trevigiani (indipendenti) 161 km in ore 4.41′, media 32,244. 2. Tosato Mario, G.S. Paglianti, Treviso (dil. sen.) a 37”; 3. Fornasiero Remo (s.) Lygie G.S. Lubian, Padova; 4. Modena Vasco (sen.) S.C. Cofler, Rovereto; 5. Dall’Antonia Carmelo, G.S. Paglianti Treviso […]. Per il premio della montagna si è avuta la seguente classifica: Barbiero punti 5; Modena: p. 3; Del Bello 2. Nella frazione a cronometro di km 21: 1. Bof Bortolo, U.C. Trevigiani, 31’59”, media 39,396.

CLASSIFICA GENERALE: 1. Bof Bortolo, U.C. Trevigiani, in ore 5.13’36” 2. Fornasiero Remo, Lygie Lubian Padova (1. dil.) 5.14’17”; 3. Tosato Mario G.S. Paglianti Treviso 5.14’33”; 4. Barbiero Renato U.C. Trevigiani 5.15’7″; 5. Dall’Antonia Luciano G.S. Paglianti Treviso 5.15’46”; 6. Dall’Antonia Carmelo 5.16’28”; 7. Modena Vasco Cofler Rovereto 5.17’17”; 8. Dal Bello Vittorio V.C. Bassano 5.17’23”