Finalmente al 1. maggio la prima gara da dilettante, e credo sia stata la prima vera gara a darmi fiducia nei miei mezzi e a rivelarmi. Trento – Bolzano – Trento, una lunga fuga fin dall’inizio mi vide protagonista, cedendo poi nel finale.
E’ questa che Vasco considera la sua prima vera gara, seria, da dilettante, in cui si distingue per la sua tenacia e la sua determinazione esibendosi in una lunga fuga. Sono caratteristiche queste che non mancheranno mai a Vasco, nel ciclismo come in ogni altro istante di vita.
La guerra è terminata da poco. Le gare sono spesso occasione per ricordare martiri e vittime innocenti titolando ad essi la coppa. Vicende oggi spesso dimenticate o sconosciute che ci piace aver la possibilità di rievocare. Questa Coppa Gelmi-Degasperi è dedicata ai trentini Alfredo e Luciano Gelmi, giovani fratelli di venti e diciannove anni, rispettivamente, e a Bruno Degasperi, ventenne. Morirono assieme ad altri quattro giovani italiani a Venezia nell’agosto 1944, fucilati dai nazisti con una esecuzione plateale per rappresaglia, una vendetta per un fatto che non avrebbero nemmeno potuto compiere, essendo stati prelevati dal carcere.
C i c l i s m o
Rigotti primo davanti a D’Andrea nella ”coppa Gelmi-Degasperi”
TRENTO, 2 – Non è stata certo un modello di organizzazione questa «coppa Gelmi-Degasperi» lanciata dall’Alpina-sport di Trento sotto l’egida dell’ANPI. Troppe macchine sfaccendate al seguito e prive per giunta del crisma dell’ufficialità se non quella che ospitava il giudice ed i commissari di gara. All’arrivo poi è stata una delusione! Mentre la gente attendeva l’annunciato arrivo in via Manzoni esso si è invece effettuato in corso Tre Novembre, con quale disappunto dei presenti è facile immaginare. Va bene che l’«Alpina sport» è matricola in fatti del genere ma non è concepibile una tale trascuratezza. Detto questo eccovi la cronaca della gara come l’abbiamo avuta di seconda mano, dato che per la stampa non esistevano posti al seguito.
Dopo attraversato la città gli atleti prendono la strada del Brennero ed a piena, andatura si arriva a Gardolo dove Zamboni fora la prima gomma. L’anziano corridore Angelo Martini della Cofler di Rovereto deve fermarsi per la rottura della pedivella. Non arriva a cambiare il pez- (refusi) agitazione, contro le regole fede (refusi) poco dopo paese di Salorno il gruppo.
Si classificherà al settimo posto ma per l’infrazione viene tolto dall’ordine d’arrivo. Dopo Lavis è Battistata della «Forti e veloci» che inizia un tentativo di fuga che però viene annullato per opera di Pozza della Ursus di Bolzano. Siamo ora a S. Michele dove si arriva in 27 minuti. Transitano per primi Rigotti, Mattuella, Chemelli, Albertini ed a 100 metri tutto il gruppo guidato da Ambrosi II. Pederiva e Tamanini. A Salorno il gruppo è nuovamente ricomposto e Martini ritardato ancora partenza rientra. A Villa di Egna marciano ancora tutti assieme ed è Martini che s’incarica di fare il passo a tutti gli altri. A pochi chilometri da Ora, il capitano della Ursus, che oggi non è certo ben visto dalla sorte, fora la prima gomma. Garbin e Barison, ricevono in questo momento ordini dal loro direttore tecnico. ed aspettano Segatto. Tutti tre marciano subito dopo a pieni pedali e raggiungono soli 2 chilometri dopo Ora, il gruppo. In questo momento l’andatura viene un po’ moderata e ne approfitta Segatto per tentare da solo una fuga. Segatto risente però dello sforzo e deve cedere.
Notiamo in mezzo al gruppo un atleta che per nulla vuole disertare le competizioni agonistiche: è Italo Condini, con le sue 37 primavere sulle spalle e con un periodo abbastanza lungo di stasi agonistica. Ha voluto quest’anno
dimostrare ai giovani che con la buona volontà e con po’ di sacrificio si può ancora correre bene. E’ difatti alla sua seconda gara dell’annata e si classificherà onorevolmente al sesto posto. A Laives ennesima fuga. questa volta sono: Rigotti del Velo-sport (C. S.I.) di Mezzocorona (che vincerà poi la gara), Tamanini della «Forti e veloci», Ambrosi dell’Ursus e Modena dell’Olivo di Arco (che farà una bellissima gara) che partono per conto loro. Arrivano soli a Bolzano, lasciano il gettone al bivio della Mendola, sempre soli, arrivano a Ora nel ritorno, con due minuti di vantaggio sul gruppo inseguitore. A Ora però Segatto, D’Andrea e Condini sferrano l’offensiva e partono tentando di riacciuffare i fuggitivi, solo D’Andrea della Cofler di Rovereto resiste allo strappo e da solo va a prendere i fuggitivi. Si accoda e tutti cinque proseguono fino a Lavis dove Modena, che fino qui si è maggiormente distinto per la sua tenacia e la sua decisione, deve rallentare e lasciare ai quattro l’onore di disputarsi il premio finale. Modena viene subito dopo raggiunto dal gruppo guidato alternativamente da Michelotti, Martini e Condini. II gruppo inseguitore si compone ora di ben 36 unità, ed i giudici di gara preposti all’organizzazione hanno ora un bel daffare per poter individuare tutti gli atleti che compongono il numeroso plotone che compatto dovrà tagliare il traguardo d’arrivo.