1955 09 08 Giro delle Marche / Ottimo inizio

La prima edizione del Giro delle Marche ha un ottimo inizio per Vasco che conquista il quarto posto sui 67 corridori presenti alla partenza di Ancona. In questa prima dura tappa sono 170 i Km di strada per lo più bianca, a tratti percorsa sotto un acquazzone che La Gazzetta non esita a definire apocalittico. Nonostante questo tempaccio, di cui normalmente soffre, Vasco dimostra di essere un buon corridore che non demorde e che continua a lottare fino all’ultimo. Così era Vasco.

8 – 9 – 55 Cari saluti e bacioni infiniti. Vasco / Cartolina da Macerata, dove ha arrivo la prima tappa partita da Ancona.
IL GIRO CICLISTICO DELLE MARCHE

RONCHINI primo a Macerata
sotto l’infuriare d’un temporale

La deviazione finale ha nuociuto a qualcuno – Il vincitore, MILESI (secondo arrivato), DE VECCHIS (terzo), MODENA (quarto) rivelatisi i più forti – Oggi Macerata – S Benedetto del Tronto

DAL NOSTRO INVIATO – Macerata 8. – Sono appena giunti i corridori che formano la pattuglia d’avanguardia, quando un violento temporale, accompagnato da un vento ciclonico, si abbatte sulla città di Macerata. E’ un fuggi fuggi generale per cercare un qualche riparo. Soltanto gli stoici ufficiali di gara restano al loro posto. I corridori non si raccapezzano più per via che all’ultimo momento è stato incluso un giro intorno alla città e sono scomparsi coloro che avevano il compito di segnalare la deviazione; e in tale bailamme chi ci capisce è bravo.
Ci ritroviamo all’albergo dove è fissata la riunione della giuria e l’attesa è lunga. E’ lunga per il tempaccio che non permette a nessuno di spostarsi da dove si trova; è lunga per via dei gravi ritardi che molti corridori hanno subito in questa dura prima tappa di questo primo Giro delle Marche.

Una noterella – Potremmo dire che il Giro ha avuto un battesimo dell’acqua. Un battesimo del quale si sarebbe potuto benissimo fare a meno, tanto è giunto fuori…. programma.
Il pronostico, comunque, è stato rispettato a puntino. Primo un emiliano (Ronchetti) e secondo un piemontese (Milesi). Vi abbiamo così fatti i nome di due tra i maggiori favoriti della corsa. L’ordine d’arrivo però mai come questa volta potrebbe apparire bugiardo.
Non vogliamo con ciò minimamente intaccare il nome del vincitore che ha meritato abbondantemente il successo. Il nostro appunti riguarda, invece, il nome del secondo posto che di logica sarebbe spettato dritto dritto al marchigiano Emilio De Vecchis dopo la stupenda corsa da questi disputata.
Che il risultato sia bugiardo non è però colpa di Milesi che ha fatto la sua corsa; ma dell’accennata deviazione (il giro intorno alla città) che ha fatto sì che risultasse più lungo di oltre due chilometri.
Senza i quali due chilometri Ronchini e De Vecchis sarebbero giunti sicuramente insieme con lieve margine di vantaggio sulla coppia inseguitrice formata, appunto, dal nominato Milesi e da Vasco Modena. A voler dare credito a questa prima tappa, considerando inoltre nel giusto peso il valore dei concorrenti in gara potremmo senz’altro asserire che i primi posti dell’ordine di arrivo sono stati conquistati da coloro che vantano le maggiori possibilità di successo finale.

I migliori – Non sarà semplice, infatti, piegare atleti della forza di Ronchini, di Milesi, De Vechis e Modena, quattro tra i più in gamba dell’intero lotto. Ronchini è un atleta noto agli appassionati del ciclismo, avendo il giovane emiliano (compirà venti anni a dicembre) fatto parte della rosa dei dodici inviati a Castelgandolfo, agli ordini del C.T. Proietti, per partecipare alla selezione dei Campionati del Mondo. Ronchini sembrava un probabile azzurro: poi è rimasto fuori e, forse, proprio per il rotto della cuffia. Il bolognese ha partecipato al Giro delle Marche perché ha voluto provare le sue forze su le corse dure. Avrebbe dovuto prendere parte alla “ruota d’Oro” (terzo in classifica), ma ha preferito la corsa a tappe. Ma vinto oggi – lo ripetiamo – meritando nettamente di vincere.

L’atleta della Felsinea non si è buttato alla sbaraglio nella prima parte della tappa ma ha atteso la prima dura salita (Cingoli) e poi è partito all’attacco. Ha proseguito per un tratto con Mancini e quindi si è involato solo soletto a conquistare il primo traguardo della montagna. A Cingoli Ronchini è transitato con pochi secondi di vantaggio su Germano barale che dalle posizioni di centro ha rimontato bellamente tutti gli avversari e con il piemontese che ha volutamente atteso dimostrando, oltre tutto, misurata accortezza, ha continuato la fuga.

Com’è andata – I due, successivamente, sono stati raggiunti da De Vecchis e Mancini; e sembrava la fuga buona. Ma non è andata così: la corsa si è incanalata su strade sterrate, dal fondo discreto ma non certamente ottimo: il tutto poi condito da frequenti acquazzoni: fattori, questi, che hanno contribuito a rendere più difficile la tappa. Il primo a pagarne le spese è stato Mancini che ha forato ed è stato raggiunto da un gruppetto di inseguitori. Quindi, sulla salita di Camerino Germano Barale ha pagato lo scotto dello sforzo sostenuto precedentemente perdendo qualche metro. Sembrava che in discesa il piemontese dovesse rientrare: ma una foratura l’ha messo definitivamente fuori causa. Con Ronchini e De Vecchis al comando con 1’30” di vantaggio, la tappa sembrava essere decisa, questo almeno fino a tre chilometri dall’arrivo. Ma proprio nel tratto finale, in salita, Modena e Milesi sono schizzati via dal plotoncino degli inseguitori facendosi particolarmente minacciosi. L’episodio finale è stato illustrato: la decisamente spettacolosa rimonta di Milesi e Modena.
Il risultato perciò non rispecchia ciecamente la prova dei primi arrivati. Ai nomi di costoro che nella giornata di apertura hanno sovrastato di un palmo gli altri, vanno aggiunti: Mancini, i due Barale, Orlandi, Pambianco, Mora, l’abruzzese Di Credico, Pasquini, Giulioni. Gli altri hanno fatto da cuscinetto: qualcuno imprecherà alla mala sorte, ma l’ordine di arrivo forse è l’espressione più diretta del valore dei battuti.
Sessantasette i partiti: non si sono presentati i cinque laziali; pur essendo iscritti non si sono presentati Carota e Forte.
La squadra dell’Emilia e del Piemonte insieme a quella marchigiana sono apparse le più pronte e più decise. Così come voleva il pronostico. Troppa differenza è stata notata fra il gruppo dei “bravi” e quello (più numeroso) dei meno “bravi”. Differenza che si accentuerà senz’altro, specie quando la fatica comincerà a pesare.
Della organizzazione nulla possiamo ancora dire: vorremmo lagnarci di qualche manchevolezza, ma vogliamo essere indulgenti. Del resto si è appena alla prima tappa del primo Giro e l’indulgenza è d’obbligo. Caso mai in sede di commento finale cercheremo di vagliare i “pro” e i “contro” a solo titolo di amichevole consiglio.

Mario De Angelis

L’ordine di arrivo 1. Ronchini Diego (Emilia) che impiega a compiere il percorso di km 170,200 ore 5.03’54” alla media di Km 33,780; 2. Milesi Giovambattista (Piemonte) in 5.04’10”; 3. De Vecchis Emidio (Marche) in5.04’16″; 4. Modena Vasco (Toscana A) 5.04’18″; 5. Pasquini Silvio (Marche A) 5.06’20”; 6. Pambianco Arnaldo (Emilia); 7. Mora Momante (Piemonte); 8. Mancini Giorgio (Marche A); 9. Barale Giuseppe (Piemonte); 10. De Credico Roberto (Abruzzo); 11. Orlandi Dante (Emilia); 12. Giulianini Orfeo (Toscana); 13. Barale Germano (Piemonte); 14. Gattoni Jierino (Umbria) 5.08’22”; 15. Tordini Gabriele (Marche A); […] 59. Fieramonti.


Brillante inizio
del Giro delle Marche

Ronchini ha vito la prima tappa

L’imolese ha preceduto di pochi secondi Milesi, De Vecchis e Modena

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DAL NOSTRO INVIATO. Macerata, 8 – Vi avevamo detto che la tappa di oggi si annunciava severa. Ma non prevedevamo che fosse stata addirittura durissima. Il percorso costellato di salite più o meno brevi, ma tutte impegnative, gli elementi della natura che si sono scatenati in due o tre temporali di eccezionale violenza, la straordinaria combattività dei concorrenti hanno fatto di questa Ancona-Macerata una corsa da ricordare per un pezzo.
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Il giro delle Marche

Si impone Ronchini
nella prima tappa

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DAL NOSTRO INVIATO. Macerata, 8 settembre. Che faticaccia e che corsa! 170 chilometri (e saranno stai poi calcolati giustamente?) fatti su strade per tre quarti bianche sotto un acquazzone che in certi momenti aveva l’aspetto di un qualche cosa di apocalittico: questa la cornice di questa prima tappa che ci ha portati da Ancona a Macerata. Una tappa che ha stroncato parecchia gente, una tappa che ci ha dato dei momenti davvero entusiasmanti, ricca di quelle fasi che le hanno dato una grande fisionomia, un tono.
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