Molti sono gli articoli di cronaca dedicati al grande interesse agonistico suscitato dalla gara, alcuni dei quali sono riportati più sotto. Un resoconto della giornata di Varese si trova ad esempio sul Corriere dello Sport del 2 marzo 1953 (fascicolo 52 p. 8), nella sezione “ciclismo”. Mentre sullo stesso giornale, qualche giorno più tardi, Corriere dello Sport del 5 marzo (fascicolo 55 a p. 6, in basso), sotto il titolo I migliori dilettanti italiani all’inizio di una densa stagione, Mario De Angelis fornisce questa perfetta descrizione dello stile di Vasco:
Cominciamo dalla più importante, la coppa San Geo. Ha vinto Vasco Modena, un ragazzo in gamba che si è fatto più volte notare per il suo spirito irrequieto.
Non è solito Modena a vincere le gare in volata. Il suo stile abituale gli consente di vincere normalmente per distacco. Il veneto, infatti, non ama la compagnia numerosa ed in gara non lesina energie. Per tale ragione ha più volte pagato caro lo scotto. Questa volta, narrano le cronache, Modena ha corso con giudizio e con discernimento. Ed il risultato ottenuto è stato al di sopra di ogni aspettativa.
Al secondo posto un altro veneto, Zamboni ed a quelli d’onore tre lombardi: Giacobbi, Pavesi e Zappa. I 144 km sono stati percorsi ad andatura abbastanza svelta, la media risultando infatti di km 37,894. (Corriere dello Sport, lunedì 2 marzo 1953)
ELETTRIZZANTE DALLA PARTENZA ALL’ARRIVO
Meritatamente primo Vasco Modena nella 29a Coppa San Geo
Dal nostro inviato. Varese, 1. marzo
La si può definire la corsa del «chi ha tempo non aspetti tempo»; e il vincitore, il trentino Vasco Modena, non può essere imputato di furto, giacchè fu proprio lui a determinare l’azione che decise la ventinovesima Coppa San Geo, il cui percorso risultò alla resa dei conti nervoso e demolitore, soprattutto per coloro che vennero abbandonati dopo i cento chilometri da una preparazione precaria. Va detto che la media oraria di quasi trentotto chilometri merita la più ampia considerazione, per cui coloro che alla distanza riuscirono ad imporsi, pur reggendo a denti stretti all’andatura del trionfatore, possono dire di aver raggiunto un risultato importante.
Fu un continuo sparare di mortataretti, dalla partenza all’arrivo; e i protagonisti della prima parte soprattutto risultarono numerosi, capitanati dagli irrequieti guastatori dell’Erbitter. I volti al comando della gara mutarono ad ogni batter di ciglia, con gran dispetto di coloro i quali speravano in un inizio ragionevole. Invece, e le corse dilettantistiche piacciono per questo motivo, chi si sentì di sgroppare a quarantacinque all’ora venne fuori con la baldanza di chi è convinto di poter andare lontano. E poichè tutti gli attaccanti nutrivano la convinzione di essere in grado di decidere la corsa di sorpresa, venne fuori il ritmo che tagliò in due il gruppone dei centoundici partiti. Per cui si ebbero due gare distinte: la prima che comprendeva una quarantina di elementi che riuscirono a rispondere alla sfida, dei più intraprendenti; la seconda che riguardava esclusivamente coloro che avevano un programma ben definito: giungere al traguardo senza tirar fuori la lingua.
Ma per comprendere ciò che il susseguirsi di tentativi determinò, converrà affidarci aJla cronaca sintetica.
Partenza in orario: starter Alfredo Binda. Dei più attesi, mancano diversi, influenzati. Molteni sgroppa in testa. Nella zona di San Fermo sono al comando venticinque corridori, fra i quali Chiodini (un esordiente molto in gamba), Pesci, Modena, Filippini, Cressari, Gervasoni (altro buon esordiente), Fabbris, Ferlenghi (il più combattivo di tutta la corsa, con Modena). Filippini e Cressari brillano per la loro generosità nel condurre.
Tentativo di Ferlenghi in vista di Olgiate: su di lui rinviene l’anziano Locatelli. A Malnate il gruppo si spezzetta ancora una volta: ne escono come leprotti Zappa, Zuffi e Fabbris: un «pancia a terra» da mozzare il fiato, e il tandem Ferlenghi-Locatelli viene inghiottito. I primi 51 chilometri coperti in 1.13′; il gruppo è a meno di un minuto dai quintetto. A Ghirla i cinque battistrada diventano diciannove.
Prima di Portovaltravaglia i comandanti della corsa sono più di trenta. Per gli altri è tutto finito.
Allarme: parte Colombo; Modena, Brandolini, Ferlenghi e De Angeli gli sono nella scia; il solo Filippini riesce a raggiungerli a Gemonio; e questo sforzo, sostenuto con un rapporto da stroncare anche le gambe più forti, costerà al bresciano l’esito della corsa. In vista di Gavirate, Zappa si fa sotto, presto imitato da tutti gli altri rimasti in lotta per il primato. Allora Zappa parte a sua volta: trova pronti compagni nei soliti Modena e Ferlenghi, il veneto. Zamboni e Giacobbi. La corsa è decisa. Questa, almeno, la convinzione di tutti, ma ecco che all’inizio della Valganna, Pavesi piomba sui fuggiaschi.
L’azione demolitrice di Modena ha inizio proprio a questo punto: Ferlenghi paga il fio della sua generosità, mentre gli altri ansimano a tener la ruota del trentino (che su queste stesse strade si rivelò tenacissimo fuggitivo nell’ultima finale del G. P. Pirelli). Mentre Ferlenghi viene riassorbito dagli impegnatissimi inseguitori più vicini, Bertoglio e Almaviva tentano di darsela a gambe e proprio mentre già intravvedono lo Stadio Ossola vengono raggiunti.
Via alla disperata in pista dove Modena, partito decisamente prima che venisse suonata la campana, ha già una trentina di metri di vantaggio. Sua è la meritata viltoria, mentre Zamboni, Giacobbi, Pavesi e Zappa terminano nell’ordine. Sorprendente la volata di Chiodini per il sesto posto.
E l’organizzazione? Degna della «Binda».
Rino Negri
L’ordine d’arrivo
1° Modena Vasco (S. C. Mori) km. 144 in 3.48′, media chilometri 37,894;
2° Zamboni Adriano (U. S. Pescantina);
3° Giacobbi Ilario (S. C. Brescia);
4° Pavesi Giorgio (S. C. Pedale Monzese);
5° Zappa Angelo (S. C. Pedale Monzese);
6° Chiodini Pietro (V. C. Pavia) a 1’52”;
7° Almaviva Walter (S. C. Pedale Tortonese);
8° Fiorani Pietro (S. C. Ottusi);
9° Brandolini Ferdinando (V. C. Varese);
10° Madonnini Ennio (V. C. Melzo);
11. Fabbris; 12. Pesci; 13. Della Bella; 14. Colombo;
15. a p. m. : Rossi, De Angeli, Ferlenghi, Faccioli, Bergamini, Comellini, Molteni, De Vecchi, Florean, Bertoglio, Campora, Baiardo, Lamera, Milesi, Lucon.
Eloquenti indicazioni di una combattuta «San Geo»
[…] Con il suo svolgimento e soprattutto con il suo esito finale la gara varesina è stata eloquente. Essa ci ha dato un vincitore illustre in Vasco Modena, che ha voluto regalare alla sua nuova società la S.C. Mori, una vittoria assai significativa: una vittoria che ha avuto il potere di commuovere fino alle lagrime l’ottimo Galassi, presidente e direttore sportivo del sodalizio a cui appartiene ora il Modena. Ed invero bisogna dire che esse erano pienamente giustificate, perchè il bravo Modena, che è nato a Mori – un paese distante 7 chilometri da Rovereto – il 17-7-1929, vincendo la classica di apertura della nuova stagione dilettanti, ha iniziato sotto i migliori auspici la sua attività di portacolori della società che porta il nome della sua città.
Lo scorso anno Vasco Modena, pei colori della Cofler di Rovereto, colse quattro vittorie e non poche affermazioni, fra cui, memorabile, quella fuga lunga e tenace durante la finale del G.P. Pirelli che lo portò alla ribalta delle grandi manifestazioni. Questo è il vincitore della San Geo. […]
Da TUTTOSPORT – martedì 3 marzo 1953, pag.2, articolo di Vincenzo Cataneo
Il Corriere dell’Informazione del 2-3 marzo riporta la notizia col titolo Nella San Geo 1° Modena su quattro compagni in fuga […] al secondo passaggio da Varese cinque corridori si sono staccati dal gruppo e, alternandosi intelligentemente al comando hanno coronato con pieno successo l’ardita impresa, presentandosi presso lo stadio ”Franco Ossola” per la disputa della volata. Vasco Modena, uno dei migliori in gara, partito di scatto sulla rampetta finale, ha tenuto duro fin sull linea del traguardo, aggiudicandosi così con pieno merito la vittoria. Lo stesso giornale, nella edizione del 4-5 marzo riporta la fotografia di Vasco Modena che taglia vittorioso il traguardo della Coppa San Geo.