Il 28 giugno la prima doccia fredda. Organizzata dalla mia società, la coppa Martiri, vi presi parte come l’uomo da battere. La stanchezza ed in più una caduta mi costrinsero al ritiro. Per me questa è la più amara delle sconfitte, tanto più che vinse quel Parisi che in poco tempo doveva diventare il vessillo del ciclismo tridentino non solo, ma una speranza nazionale. Fui ferito seriamente nel mio orgoglio e forse per questo una serie di mediocri risultati: il 19-6- 12° nella Coppa Nuvoloni a Verona. Il 29-6- 9° nel circuito di Bolzano.
Il 3-7, 3° nella Schio Pasubio vinta da Parisi.
Dopo il brillante inizio di stagione e gli allori segue un breve periodo di abbattimento per Vasco. Il “rivale” Rino Parisi accresce la passione agonistica nella gente trentina e la sfida si fa dura. Infatti nella citata coppa Martiri (o forse Trofeo Filzi e Chiesa), su un percorso sviluppato lungo il Pian delle Fugazze e l’Altopiano di Asiago Rino Parisi giunge al traguardo con più di 13 minuti di vantaggio sul secondo. Aveva di che demoralizzarsi, il povero Vasco, oltretutto in una gara organizzata dalla sua società sportiva e davanti ai tifosi roveretani. Vasco vede proprio in quella gara, da cui si è dovuto ritirare, l’inizio della rivalità tra i due atleti. Il nome di Parisi compare sempre più frequentemente nei titoli delle cronache sportive e si contribuirà a consolidare il dualismo e la contrapposizione tra Trento e Rovereto, esistente da quando quest’ultima venne sottratta al controllo arcivescovile dalla potente Repubblica di Venezia: ma si parla del 1400.
Nuova impresa del trentino Rino Parisi
vittorioso della classica Schio – Pasubio
L’aquilotto del U.S. Aurora domina su 137 concorrenti – Modena al quarto e D’Andrea al settimo posto
Sul affollatissimo campo dei concorrenti che mai come quest’anno ha dato tono alla classica corsa in salita Schio Ossario del Pasubio, è emerso domenica scorsa come un gigante il ricciuto Rino Parisi.
La nuova vittoria dell’atleta Trentino è stata ottenuta in maniera netta, inequivocabile, col tono maggiore della superiorità, ed ha la sigla solita che ormai il brillante e generoso alfiere della Aurora di Trento mette in calce alle sue imprese: quella dell’audacia combattiva.
PARISI: UN CAMOSCIO – La corsa Schio Pasubio, come è noto, risale ad antiche tradizioni, ed è la principale pietra di paragone per i camosci del Veneto. Orbene, l’essersi imposto nettamente e chiaramente in simile corsa, attesissima negli ambienti dilettantistici delle Venezie, sullo stuolo dei partenti, è massimo titolo d’onore per Parisi che in tal modo dice autorevolmente di voler rimanere affacciato alla ribalta regionale ed extraregionale con saldi titoli, con saldissimi garretti, con la propria ruota animata dalle virtù dello scalatore. Il ciclismo Trentino era presente anche con altri baldi atleti: Modena e D’Andrea della Cofler di Rovereto ed ambedue hanno detto che il valore dei pedalatori della Venezia Tridentina sta per raggiungere una maturità che fa presagire sempre più brillanti affermazioni. Intanto i dirigenti delle due Società che valorosamente militano nella larga schiera del Centro Sportivo Italiano, la U.S. Aurora di Trento e il G.S. Cofler di Rovereto, possono andare più che fieri delle prove dei propri atleti in campo dilettantistico.
Veniamo alla cronaca della gara. Alle 9 viene dato il ”via” ai 137 corridori che rapidamente si involano da Schio. vi sono gli audaci che imprimono subito alla gara un ritmo sostenuto, quasi noncuranti delle difficoltà che più oltre li attendono. Dai 294 metri di Schio si dovrà salire all’Ossario del Pasubio superando un dislivello di circa 1700 metri e tutto ciò nel breve tratto di 20 km, quali, però, i primi 9 in lentissima ascesa in modo che la salita è tutta racchiusa e condensata in poco più di 10 km. Tessari, Brumani (il campione Veneto della salita), Zanconato, Modena, Stella, assumono il comando iniziale, mentre Parisi – che ha ordini di scuderia da rispettare – si limita a controllarli.
LA SUPERBA AFFERMAZIONE – La salita, pur essendo nel primo tratto abbastanza lenta, è affrontata a forte andatura il che la rende difficoltosa. Il gruppo si assottiglia e si frantuma in gruppetti, in corridori isolati e nelle retrovie è un affannoso rincorrersi tra la polvere e le macchine del seguito; vi sono già delle crisi, già dei ritiri.
Parisi è nelle primissime posizioni, ora, sempre guardingo, ma per poco, ché al settimo chilometro scatta prendendo un vantaggio che Brumani cerca contendergli e si sforza di non rendere incolmabile. Ma il Trentino sale con facilità ed estrema decisione per i tornanti ormai più aspri è sempre più a parete. Brumani lo tiene d’occhio, ma al Ponte Verde non ce la fa più e cede di schianto.
Vivace e incerta la lotta per le piazze d’onore. Notiamo Modena e Sella venir su con volontà rabbiosa, mentre dalle posizioni retrostanti D’Andrea si batte come un leoncello superando avversari su avversari. Tessari, invece, forse in non buona giornata non tiene l’andatura e finirà perso oltre il decimo posto.
L’aquilotto Trentino affronta tutto solo le ultime rampe affollatissime di spettatori (v’è un raduno al Pasubio) con andatura sorprendente e fresca pedalata. Il suo vantaggio è ormai incolmabile e infatti taglia il traguardo accolto con entusiastici applausi dalla folla nereggiante nei pressi dell’Ossario del Pasubio.
E’ seguito a circa 2 minuti da Brumani che nonostante una passeggera crisi (la tirata di collo di Parisi l’ha messo in difficoltà) è riuscito a sventare l’attacco portatogli da Sella classificatosi terzo precedendo di pochi secondi il brillante Modena che ha compiuto una bellissima corsa. Molto più staccati gli altri.
Ecco la classifica: 1) RINO PARISI (U.S. Aurora – Trento) che compie i 21 chilometri del percorso in 56’9”: 2) Brumani (Marzotto, Valdagno) a 1’59”; 3) Sella (Veloce Club Schio) a 2’31”; 4) Modena (G.S. Colfer, Rovereto) a 2’58”; 5) Zanconato (V.C. Schio) a 4’20”; 6) Pozzato (U.S. Sandrigo) a 5’21”; 7) D’Andrea (G.S. Cofler, Rovereto) a 5’37”; 8) Doncato (V.C. Vicenza, a 5’44”; 9) Fornasa (Marzotto, Valdagno) a 6’5”; 19) Piazzon id. id. A 6’ 15”; 11) Martelletto; 12) Tessadri; 13) Baggio; 14) Tognon; 15) Del Bello; seguono altri.
Ottima l’organizzazione del Veloce Club Schio cui peraltro si può fare addebito di una pecca: quella del cronometraggio che poteva essere evitata. La mancanza di sicurezza dei tempi impiegati, soprattutto del primo (si va dal 56’ 9” ai 58’ 9”) poteva essere benissimo evitata, anzi si doveva evitare poiché vi era un primato in ballo, quello risalente al 1935 da Costantini con 58’ netti.
CALDIARI